Austerità espansiva, precarietà espansiva ed il Jobs Act, DEM 10-2014
Sommario
Negli ultimi anni durante la crisi, la politica di svalutazione caricata sul lavoro non ha fatto altro che
aggravare gli effetti negativi dell’austerità sulla domanda interna. Eppure la Commissione Europea,
anche nelle ultime Raccomandazioni, continua a prescrivere continuità nelle politiche di flessibilità
del mercato del lavoro, contrattuali e retributive. Il recente risultato elettorale europeo non appare
aver modificato l’equilibrio politico nel Parlamento Europeo, e la politica economica sembra
rimanere saldamente sotto il controllo di chi ha gestito la crisi e l’ha aggravata applicando le regole
del rigore senza crescita. In Italia, il governo Renzi pensa di contrastare il record di disoccupazione
con un “Jobs Act” che solo nel nome richiama quello americano. Ma le sue riforme del lavoro, con
le modifiche ai contratti a termine estesi a tre anni senza causale, sono la stessa cura applicata dalla
fine degli anni novanta che hanno così negativamente colpito l’economia italiana ed il mondo del
lavoro.
Abstract
Expansionary Austerity, Expansionary Precariousness and the Jobs Act
In the last years of the crisis, the devaluation policy on labour has exacerbated the negative effects
of austerity on domestic demand. Nevertheless, the European Commission, also in the recent
countries recommendations, keeps prescribing continuity in labour policy for more market
flexibility, in contracts and wages. The recent European election outcomes did not modify the
political equilibrium in the European Parliament, and the economic policy seems to remain under
full control of the same parties which have managed the crisis and worsen its economic
consequences applying the rigor-without-growth rule. In Italy, PM Matteo Renzi has pledged to
slash the country’s record unemployment with his American-branded “Jobs Act”. But his labour
reforms, which will see short term job contracts extended for up to 3 years, are more of the same
medicine applied since the turn of the 1990s that have been such bad news for the Italian economy
and workers.
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