LA RESILIENZA DI NOI EUROPEI, di Andrea Succi

Una breve riflessione di un amico di lunga data

LA RESILIENZA DI NOI EUROPEI

(brevissimo contributo al gruppo di discussione)


Paolo, grazie per l'inserto, il 'vuoto di domanda' di cui parli mi sembra l'evidenza della grande depressione
creativa che stiamo vivendo. Sarà il convergere delle diversità a creare armonia e ad innescare il coraggio
dell'azione. Eugenio Montale prima di morire scrisse che in definitiva il mondo ruota fra il sublime e l'immondo,
con qualche propensione per il sencondo...
Penso che fino a quando non ritorneremo a immaginare dal basso un'idea di futuro fondata sull'interesse
generale - superando le solite ambizioni personali e il delirio di onnipotenza dei premier - non ne usciremo, ma ne
usciremo! siamo popoli resilienti noi europei, la nostra ciclica attitudine proattiva sta di fatto già costruendo
un'atmosfera responsiva, per ora percepibile a qualche vecchio saggio che ha già fatto più volte lo stesso giro di
giostra fra i secoli e a qualche stralunato veggente (come il poeta che ho citato sopra) …
La collettività è ancora sopita sotto la coperta della 'via breve' e i giovani rimangono (anche culturalmente) in
attesa di un supporto. Comunque sia spontanea o assistita, riguardi singoli gruppi o intere aziende, la resilienza
non si riduce mai a pura reazione di difesa. È, innanzi tutto, strategia di reinvenzione orientata al futuro.

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