Il “favore” delle indennità per maternità e puerperio. Una proposta di riforma, di Francesco Pastore, Francesca Tessitore, 29 settembre 2014, nelmerito
I dati ISTAT pubblicati nel rapporto annuale 2014 sul mercato del lavoro dimostrano che le criticità rispetto al mercato del lavoro legate alla nascita di un figlio si sono accentuate nel corso degli ultimi nove anni. Nel 2012, il 22,3 per cento delle donne che lavoravano al momento della gravidanza non lavoravano più a due anni dalla nascita del figlio, fenomeno in peggioramento rispetto al 2005 quando lo stesso valore era pari al 18,4 per cento. Ciò suggerisce che le problematiche legate alla occupazione femminile in Italia sono ancora tutte aperte, così come lo è il fenomeno in continua crescita dall’inizio della crisi economica che vede molte neo mamme in serie difficoltà a recuperare le somme a titolo d’indennità sostitutiva della retribuzione che sono pagate alle lavoratrici assenti dal servizio per gravidanza e puerperio, difficoltà dovuta principalmente all’attuale sistema di norme nazionali il quale prevede che il pagamento delle somme suddette sia indirizzato al datore di lavoro per conto dell’INPS, piuttosto che direttamente alla beneficiaria finale.
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