Al peggio non c'è limite, cosa altro vedremo nelle prossime settimane ?
Ieri pomeriggio ad ascoltare quei nomi dei 10 saggi scelti da Napolitano, un misto di rabbia e sconforto emotivo mi ha assalito.
Speravo che nella mattinata, oggi, mi sarebbe passato questo sentimento, e mi sarei concentrato su altro, un pezzo su retribuzioni e produttività da scrivere in base a elaborazioni fatte nella giornata di ieri, ed a commento di un intervento di Draghi al Consiglio Europeo del 14-15 marzo.
Ho potuto procedere nello scrivere il commento, ma ciò non ha fatto scomparire lo stato emotivo di rabbia e sconforto, anzi la razionalità delle riflessioni lo ha rafforzato.
Rabbia contro Napolitano, per avere partorito una siffatta lista senza giovani e senza donne, costruita con il manuale dei pesi e contrappesi di vecchi manuali della politica, nessuno rientrava nelle mie preferenze, fatto salvo forse solo un nome, ma anche egli in modo del tutto parziale.
Rabbia contro i cosiddetti cittadini del M5S, e dei loro capi occulti e visibili, che oltre a denigrare ed apostrofare chiunque e dovunque, non sono stati in grado, e neppure forse lo volevano, di proporre loro dei nomi di alto o medio profilo per far nascere un Governo di cambiamento. Tra insipienza, inesperienza, inettitudine, si son persi aspettando gli ordini di un capo o di due capi che hanno dimostrato analfabetismo politico, tracotanza e quant’altro.
Rabbia contro una alleanza che ha giocato non male, ma pessimamente le sue carte, non solo negli ultimi mesi, ma negli anni passati, lasciando per strada occasioni, persone, competenze che tutte volevano lavorare per il cambiamento, incapace di dire parole chiare (per i fatti passati non vi era speranza, in quanto appunto passati, occorreva solo dar credito alle nuove parole) sul cosa fare e con chi farle queste cose.
Ora abbiamo ancora in pista un governo di morti viventi, di zombi della politica e dell’economia, di inadatti al cambiamento, anche qui fatte salve alcune rarissime eccezioni, quali FB che non sta per Facebook.
Ed abbiamo i 10 saggi, di cui conosciamo vite, morti, e miracoli incompiuti. Nomi di politici a tutto tondo e quadro, e tutti della prima e seconda repubblica, amici di amici, sodali negli affari anche di famiglia, alcuni portano cognomi impresentabili, fallimentari in passate esperienze, anche moralmente indegni. Leggere le loro biografie per credere. La stampa seria le riporta con dovizia. Basta leggere, non vi è bisogno di chiedere tanto a noi, solo leggere, neppure vi è bisogno di riflettere.
Le scelte di Napolitano sono l’opposto del cambiamento necessario, sono scelte di restaurazione, restaurazione della politica più lontana alla società ed alla economia che esista, ai problemi che le persone vivono.
Sono responsabilità che lui condivide, avendo scelto lui quei nomi, e lui la riconferma di Monti in pista per governare. Incapace di fare una scelta necessaria, un nome nuovo tra quelli indicati da tanti nelle settimane dopo il voto, una compagine costruita con il giusto equilibrio di competenza, età, genere, e con una missione da compiere, di scopo, traghettare il Paese verso nuove elezioni in tempi non immediati, affrontando nel frattempo alcune questioni urgenti, economiche e politiche. Con una maggioranza in Parlamento, chiedendo la fiducia a chi ha il coraggio di darla. E se fiducia non ci fosse stata, andare avanti con provvedimenti urgenti ed una legge elettorale da approvare e poi subito il voto.
Invece ora ci troviamo Monti ed i 10 saggi, e con questi l’alchimia politica sottosposta ai ricatti quotidiani di un leader che sarebbe dovuto essere stato già da tempo dichiarato ineleggibile.
Bel risultato, grazie Napolitano.. e grazie Grillo e Casaleggio. Grazie anche al PD, a quel pezzo di PD che ha remato contro il cambiamento. E grazie alla sinistra tutta, che nelle occasioni importanti è sempre capace di dividersi, … su cosa poi non è mai chiaro. A voi tutto il merito.