La settecentesca farmacia Navarra-Bragliani
Correva l’anno 1738 quando lo Stato Pontificio concedeva a tale Giovanni Battista Nannini il diritto di un esercizio farmaceutico al numero civico 1692 della allora piazza della Pace, oggi Corso Martiri della Libertà, in Ferrara. Il 30 gennaio 1864 con rogito Notaio Ferraguti l’immobile compresa la farmacia veniva venduto al sig. Filippo Navarra. I lavori di ristrutturazione vennero affidati all’ing. Conte Carlo Laderchi, figura di spicco della società ferrarese.
Gli arredi della farmacia Navarra sono i più antichi della città. La farmacia, che ha goduto di gran fama per i suoi preparati richiesti in tutto il regno (come il Linimento Navarra e lo Sciroppo china-ferro-arsenicale Navarra), era il tradizionale incontro tra medici, farmacisti e storici locali. Nel 1910 i signori Navarra cedono ai F.lli Bragliani la farmacia che passerà in mancanza di figli al nipote Alessandro, il quale nel 1976 dopo una lunga e onorata gestione cederà il diritto della farmacia alla dott.ssa Caretti. (Documentazione Giulio Cesare Frignani)
Nel 1977 il Dr. Bragliani, Presidente dell’Ordine di Farmacisti dal 1949 al 1978, cede con un atto ufficiale di donazione alla Facoltà di Farmacia dell’Università di Ferrara gli arredi, con vincolo di sistemazione e conservazione del prestigioso mobilio. Dopo anni di abbandono, l’intervento di recupero avviene a partire dal 1989, come service del Lions Club Ferrara Host e Ferrara-Poggio Renatico, presidenti Giulio Cesare Frignani, Dionisio Mazzotta e Giorgio Forlani. Il socio Michele Capomacchia coinvolge un amico lion di Macerata, antiquario e maestro d’arte, viene interessato anche un noto laboratorio cittadino di restauro diretto da Lino Zanella e dal figlio Marcello. L’antiquario Maurizi non si accontenta di consolidare e ripristinare le strutture portanti, lo incuriosiscono e non lo convincono le strane tonalità cromatiche non armonizzabili tra loro e fa una scoperta. Con coraggio e insistenza dà inizio ad una profonda pulitura di un piccolo cassetto. Appare come per miracolo nascosto tra tre strati di vernice, forse aggiunti dai ragazzi di farmacia, uno splendido grigio azzurro. Questa la tinta originale, di qui l’avvio di un definitivo e futuro restauro. Le parti aggettanti di un avorio chiaro sono per fortuna quasi tutte intatte. Nell’anno successivo 1994 vengono rifatti i fregi dorati che decorano le cimase delle vetrine e rimesse le specchiere che con effetto scenografico fanno da sfondo alle eleganti scaffalature. Il 1995 segna il definitivo importante traguardo. Sostituiti i decori lignei scomparsi, tutti gli elementi decorativi mancanti, non resta che la pulitura generale che confermerà quanto scoperto dal lion Maurizi di Macerata. Si rinfrescano tutte le dorature, l’orologio torna a scandire il tempo. Manca nella parte centrale il lume a gas che sovrastava il piano di lavoro, purtroppo perduto e di difficile reperibilità.
Recentemente, a cura di G. Forlani e C.B. Vicentini con il coinvolgimento dell'Ordine dei Farmacisti, è stato possibile il completamento del corredo grazie a donazioni da parte di farmacisti titolari e al recupero di elementi riconducibili all'arte farmaceutica nella ceramica graffita ferrarese.
Nel 1960 la farmacia comparve nel famoso film “La lunga notte del ‘43”, arrangiato dall’omonimo romanzo tratto da “Cinque storie ferraresi” di Giorgio Bassani. Fu girato da Florestano Vancini al suo esordio come regista con l’aiuto, tra gli altri, di Pier Paolo Pasolini.
La farmacia trova la sua collocazione in uno dei refettori del chiostro di S. Maria delle Grazie. I locali ospitano anche la Collezione Instrumentaria dell'Istituto di Chimica Farmaceutica e Mario Guarneri.
Responsabile scientifica è Chiara Beatrice Vicentini.
http://farma-aisf.etabeta.it/musei