Ambiti di Ricerca
Titolo della ricerca: Modelli di Learning Objects
In merito alla definizione e tassonomizzazione dei modelli strutturali di Learning Objects, volti ad implementare con tecnologie digitali e di rete le strategie utilizzate nella didattica tradizionale e ad ampliarne le potenzialità e l'integrazione, questa ricerca ha prodotto uno schema interpretativo fondamentale, che classifica i modelli in funzione dei seguenti criteri:
la modalità di trasmissione dei contenuti (diretta o mediata attraverso diversi gradi di interazione)
la modalità di strutturazione dei contenuti (nella trasmissione diretta, individua strutture sequenziali, ad albero e a grafo)
la modalità di fruizione (nella trasmissione mediata dall'interazione, può essere singola, singola e collaborativa, esclusivamente collaborativa)
la modalità di interazione (nella fruizione singola e collaborativa, può essere esplorativa o ludica)
Questi criteri si definiscono ulteriormente nella specificità e nelle interpolazioni tra gli stessi modelli: dalla ricerca emerge che “una classificazione precisa e definitiva dei modelli strutturali di riferimento nel contesto dell'e-learning asincrono non è possibile per diverse ragioni: da un lato, le differenze tra alcuni modelli non sono tanto evidenti da consentire una attribuzione certa nell'analisi dei documenti didattici, dall'altro lato lo sviluppo di nuovi modelli, conseguente all'evoluzione delle tecnologie di rete, la loro progressiva differenziazione in strutture derivate e la loro fusione o interpolazione in contesti documentali complessi impongono una continua revisione ontologica di questo ambito.” (Pedroni, 2006).
Lo schema che emerge dalla ricerca supera, inoltre, il limite tassonomico per estendersi a modalità di rappresentazione dei risultati in grado di supportare maggiormente le connessioni e le interpolazioni tra modelli. Questa scelta, effettuata in corso d'opera, consente di evitare le difficili e contestabili scelte che una tassonomia impone, evidenziando le interconnessioni dello schema (quindi i criteri classificatori) in una modalità non gerarchica, ovvero non subordinata a un giudizio di importanza.
La ricerca ha sviluppato quindi una modalità di classificazione che consente all'esperto di contenuti, che intende intraprendere lo sviluppo di Learning Objects, di differenziare il suo lavoro dalla tradizionale compilazione di un Tutorial, e di scegliere la strategia e lo strumento più opportuno per supportare l'apprendimento disciplinare. La prosecuzione della ricerca deve entrare ulteriormente nell'analisi dell'utilizzo di questi modelli, in funzione degli ambiti di contenuto e delle istanze del contesto formativo in cui vengono applicati, al fine di:
definire specificamente le modalità di utilizzo dei modelli attraverso studi specifici su ogni modello, evidenziarne l'evoluzione e individuarne le interpolazioni
correlare, in un quadro completo, gli elementi concorrenti nel processo formativo in funzione della produzione dei supporti di contenuto, e supportare la scelta del modello strutturale di Learning Object in funzione di utenza, contesto, obiettivi.
Le pubblicazioni prodotte nell'ambito di questa ricerca sono:
M. Pedroni, "Learning strategies and Learning Objects' structural models: how to classify them", in Atti del Convegno "IV International Conference on Multimedia and Information and Communication Technologies in Education " (Seville, Andalusia, Spagna, 29 Novembre - 2 Dicembre 2006)
M. Pedroni, "E-learning e rappresentazione della conoscenza", Tecomproject, Ferrara 2006
Titolo: Shell Context Manager
In relazione alla tematica della rappresentazione della complessità attraverso l'utilizzo di mappe concettuali dinamiche, questa ricerca ha prodotto alcuni modelli teorici che affrontano e in parte superano le molteplici problematiche incontrate.
In primo luogo, sono state identificate le principali aree di applicazione della rappresentazione dinamica dei contesti complessi, ovvero:
le conoscenze disciplinari
il knowledge management
i flussi informativi e documentali
i social network
I questi contesti sono state esaminate e classificate le difficoltà di esplorazione dei contenuti e di ricostruzione del tessuto relazionale che li sottende, evidenziandone le problematiche comuni, quindi si è ipotizzata una modalità metodologica di superamento di tali difficoltà attraverso l'utilizzo di mappe parallele e lo sviluppo di metamappe costituite dalle interrelazioni di mappe parallele. La ricerca sulla composizione di mappe parallele e metamappe procede in particolare nell'ambito dell'esplicitazione del sapere disciplinare, attraverso l'interpolazione tra mappe del contenuto e mappe degli interlocutori organizzati per ruolo.
In secondo luogo, è stato approfondito il rapporto tra knowledge management ed e-learning, in particolare nell'ottica delle metodologie di fruizione collaborativa dei contenuti: la parentela tra questi due ambiti si concretizza, più ancora che nelle metodologie di produzione documentale e gestione dell'interazione, nell'istanza di organizzare il sapere in forme e modalità di utilizzo volte a conferire efficienza sia nella collocazione che nel reperimento delle informazioni e della documentazione. Anche al fine di offrire soluzioni efficaci a questa problematica, le mappe concettuali giocano un ruolo insostituibile, in qualità di strumenti ottimali per l'esplicitazione del tessuto connettivo che sottende l'ambito disciplinare come il contesto cognitivo del knowledge management: esigenza primaria nella gestione della complessità (attività che deve perseguire il duplice e difficile fine di conciliare la completezza informativa con l'ergonomia di fruizione) è infatti la rappresentazione eaustiva non solo dei contenuti ma anche delle relazioni che li interconnettono.
Infine, sono stati studiati, e composti in chiave prototipale, alcuni algoritmi di ricostruzione dinamica delle mappe concettuali, fondamentali per superare il gap delle mappe statiche, ovvero disegnate manualmente, che si rivelano ingestibili e sostanzialmente inefficaci nel rappresentare contesti che superino le poche decine di nodi. Nel procedere in questa ricerca, che richiede un ulteriore e forte impegno sia nell'individuazione di soluzioni che nella loro sperimentazione, si sono progressivamente evidenziate le esigenze che la mappatura dinamica del contesto può risolvere efficacemente in tutti gli ambiti di applicazione, quali la rappresentazione polimorfica del contesto stesso (ovvero la sua visione partendo da diversi punti di osservazione) e l'animazione del disegno ricostruito automaticamente.
Le pubblicazioni prodotte nell'ambito di questa ricerca sono:
M. Pedroni, "The meaning and development of KM in e-learning according to the Carid experience" in "Teaching in the Knowledge Society: New Skills and Instruments for Teachers book" (edited by Dr.Antonio Cartelli), Idea Group Inc., Hershey, PA, (Gennaio 2006)
M. Pedroni, Net-transparency: una riflessione di partenza", in Atti del Convegno "11th Knowledge Management Forum" (Milano, 23-24 Novembre 2006)
P. Frignani, M. Pedroni, G. Poletti, L. La Vecchia, "Dal forum strutturato all'ambiente di strutturazione della conoscenza", in Atti del Convegno "Progettare e-learning" (Macerata, 8-9 giugno 2006)
M. Pedroni, "Dynamic reconstruction of concept maps: five different models", in Atti del Convegno "2th International Conference on Concept Mapping" (San Jose, Costarica, settembre 2006)
P. Frignani, M. Pedroni, G. Poletti, "Dynamic representation of knowledge context's structure", in Atti del Convegno "IV International Conference on Multimedia and Information and Communication Technologies in Education " (Seville, Andalusia, Spagna, 29 Novembre - 2 Dicembre 2006)
M. Pedroni, "La rete: strumento, modello, messaggio", in Atti del Convegno "Saperi, competenze e nuove tecnologie" (Crotone, 19-20 ottobre 2006)
M. Pedroni, "L'integrazione delle mappe concettuali dinamiche in Moodle”, in Atti del Convegno “MoodleMoot 2007” (Reggio Emilia, 22-23 Marzo 2007)
M. Pedroni, "Dynamic concept maps", in "Encyclopedia of ICT in Education and Knowledge Construction", Idea Group Inc., Hershey, PA, 2007
Titolo: Costruzione collaborativa di ontologie
In questa ricerca, l'attività effettuata si integra in un progetto che coinvolge diverse Università e che si dipana dal 2003 nell'ambito di due PRIN successivi. Il tema dell'ontologia disciplinare, intesa al contenpo come strumento di confronto e negoziazione di significati tra esperti del contesto e come strumento di apprendimento fruibile nella duplice chiave cognitivista e costruttivista, assume un'importanza specifica nel quadro delle potenzialità offerte dalle più recenti tecnologie dell'informazione e della comunicazione in rete, volte a fornire opportunità innovative alla collaborazione e alla condivisione di saperi e alla compartecipazione a processi di costruzione del sapere. Lo sviluppo armonico del binomio contenuti-relazioni si avvale, in questa ricerca, sia di strumenti di social networking, quali wiki e weblog, sia delle istanze del semantic web inerenti all'archiviazione strutturata delle informazioni, sia degli strumenti di rappresentazione della conoscenza attraverso l'esplicitazione mappale dei tessuti connettivi disciplinari.
In questo ambito, l'apporto fornito ha riguardato principalmente l'utilizzo correlato di strumenti di rappresentazione della conoscenza in ambienti di social networking: l'obiettivo, che si concretizzerà nel corso del 2008 e del 2009, consiste sostanzialmente nell'offrire alla comunità di interlocutori (a diversi livelli e con diversi ruoli) di un ambito disciplinare, una metodologia operativa per la costruzione collaborativa di ontologie sperimentata e correttamente definita, corredata con un supporto tecnologico efficiente e comprensivo di tutte le istanze inerenti l'archiviazione, la comunicazione e la gestione integrata del sapere, nelle sue componenti contenutistiche e relazionali.