CURRICULUM ATTIVITA’ SCIENTIFICA E DIDATTICA DI
ALFREDO MARIO MORELLI



Dati anagrafici e studi universitari
Alfredo Mario Morelli è nato a Milano il 26/5/1962, si è laureato in Lettere presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi di Roma “La Sapienza” il 16/12/1987 con tesi dal titolo Studio sui nuovi frammenti di Cornelio Gallo, relatore Leopoldo Gamberale, ordinario di Letteratura latina presso il Dipartimento di filologia greca e latina, correlatore Scevola Mariotti, ordinario di Filologia classica presso il medesimo Dipartimento.

È stato allievo di Vincenzo Tandoi, insieme al quale ha pubblicato il primo dei suoi lavori in ambito scientifico (di cui si dà elenco a seguire):
Pubblicazioni
1) A. M. Morelli, V. Tandoi, Un probabile omaggio a Cornelio Gallo nella seconda ecloga, in AA. VV., Disiecti Membra Poetae, vol. I, a cura di V. Tandoi, Foggia 1984, pp. 101-116 (ISBN 88-7085-013-7; poi in V. Tandoi, Scritti di filologia e di storia della cultura classica, Pisa 1992, pp. 317-328);
L’allusione da parte di Virgilio, Ecl. 2,26-27 a Gallo, frg. 4,3-4 Bl. avviene secondo tipiche movenze neoterizzanti, nel contesto di un omaggio al maestro comune Partenio; si tratta di un elemento importante per la datazione dei versi del ‘Nuovo Gallo’ alla tarda età cesariana.
2) A. M. Morelli, recensione a L. Nicastri, Cornelio Gallo e l'elegia ellenistico-romana, Napoli 1984, in “Quaderni dell'A.I.C.C. di Foggia” IV, 1984, pp. 151-157;
3) A. M. Morelli, Rassegna sul Nuovo Gallo, in AA. VV., Disiecti Membra Poetae, vol. II, a cura di V. Tandoi, Foggia 1985, pp. 140-183 (ISBN 88-7085-016-1);
Rassegna ragionata sui numerosissimi contributi al restauro e all’esegesi del ‘Nuovo Gallo’ tra la data della pubblicazione, 1979, e il 1984, con nuove proposte e valutazione d’insieme dal punto di vista storico-letterario.
4) A. M. Morelli, Storiografia congetturale o letteratura? A proposito de La biblioteca scomparsa di Luciano Canfora, “Rivista di Storia della Storiografia moderna” VIII, 2-3, 1987, pp. 91-101;
5) A. M. Morelli, Sulla genuinità del papiro di Gallo, in AA. VV., Disiecti Membra Poetae, vol. III, a cura di V. Tandoi, Foggia 1988, pp. 100-119 (ISBN 88-7085-026-9);
Vengono esaminati gli argomenti portati da F. Brunhölzl contro la genuinità del reperto da un punto di vista papirologico, paleografico e storico-letterario; se ne dimostra l’inconsistenza. Il successivo esame autoptico del papiro da parte di M. Capasso, Il ritorno di Cornelio Gallo, Napoli 2003, confermerà pienamente la genuinità del papiro.
6) A. M. Morelli, I Saturnia regna nell'elegia I 3 di Tibullo, “Materiali e discussioni per l'analisi dei testi classici” XXVI, 1991, pp. 175-187;
L’età dell’oro descritta da Tibullo in 1,3,35-50 è la rappresentazione del suo Dasein ideale; il brano si integra perfettamente nella struttura d’insieme dell’elegia I 3 ed è anzi inserito in una più complessa dinamica all’interno del I libro tibulliano
7) A. M. Morelli, Sul papiro di Ossirinco LIV 3723. Considerazioni sui caratteri dell'elegia erotica ellenistica alla luce dei nuovi ritrovamenti papiracei, “Rivista di filologia e d’istruzione classica” CXXII, 1994, pp. 385-421;
Il papiro è di importanza fondamentale per comprendere temi e forme dell’elegia erotica ellenistica: se ne propone una interpretazione d’insieme, con proposte di restauro, e se ne valutano gli elementi utili per la comprensione anche delle dinamiche formative dell’elegia latina
8) A. M. Morelli, Le preghiere di Fedra. Modelli della seduzione nella Phaedra senecana, “Materiali e discussioni per l'analisi dei testi classici” XXXV, 1995, pp. 77-89;
Analisi della sequenza dei v. 634-637 nella sua strutturazione interna e nel più largo contesto poetico; esame della iunctura presente al v. 636 alla luce dell'usus senecano e della tradizione poetica latina (su tutti, Ovidio). Fedra, con le sue tacitae preces, fa ricorso ad un codice elegiaco semplicemente incomprensibile per Ippolito
9) A. M. Morelli, Cornelio Gallo: a proposito di un’infinita querelle, “Atene & Roma” XLIV, 1999, pp. 65-74;
Prendendo spunto dal libro di G.E. Manzoni, Foroiuliensis poeta Vita e poesia di Cornelio Gallo, Milano 1995, si tornano ad analizzare i problemi concernenti il papiro di Gallo, chiedendo un esame autoptico del reperto: vd. supra, nr. 5.
10) A. M. Morelli, L’epigramma latino prima di Catullo, Cassino, Edizioni dell'Università degli studi di Cassino, 2000, pp. 400;
Il radicamento del genere epigrammatico in Roma, a partire dagli elogia del sepolcro degli Scipioni, passando per l’epigramma epigrafico successivo (nei suoi rapporti con la poesia letteraria), per gli esperimenti di Ennio e Lucilio, fino alla stagione degli epigrammisti preneoterici (incluso il Tiburtino di Pompei) e di Levio. Sono indagati a fondo i meccanismi storico-culturali che portano alla selezione delle diverse opzioni presenti nel genere in ambito ellenistico. Il capitolo finale è dedicato a Catullo e ai neoterici a fronte di questa varia e complessa tradizione
11) A. M. Morelli, recensione a G. Lieberg, Caesars Politik in Gallien: Interpretationen zum Bellum Gallicum, Bochum, Universitätsverlag Dr. N. Brockmeyer, 1998, in "Atene & Roma" XLV, 2000, pp. 74-79;
12) A. M. Morelli, recensione a L. Nosarti, Filologia in frammenti. Contributi esegetici e testuali ai frammenti dei poeti latini, Bologna, Pàtron, 1999, ibid., pp. 188-189;
13) A. M. Morelli, L’eternità di un istante. Presupposti ellenistico-romani della poesia leggera di Catullo, tra cultura letteraria, epigrafica e “mondana”, “Atene & Roma” XLVI, 2001, pp. 59-79;
La distinction fréquemment faite entre épigrammes prétendument « populaires », au sujet trivial et en mètres iambiques ou trochaïques, appartenant à la culture italique, et épigrammes « littéraires », en distiques élégiaques et appartenant à la tradition hellénistique, est pour le moins contestable. Elle n’a aucun sens pour Catulle qui toujours subordonne les traditions, qu'elles soient grecques ou romaines, à une poétique extrêmement élaborée et personnelle. Tous les sujets et tous les niveaux de la langue et du style font chez lui partie d’une stratégie complexe et d’un jeu de variatio soigneusement étudié. Interprétation des carmina 99 et 101.
14) A. M. Morelli, recensione a M. Lauletta, L'intreccio degli stili in Tacito. Intertestualità prosa-poesia nella letteratura storiografica, Napoli, Arte tipografica, 1998, ibid., pp. 183-184;
15) A. M. Morelli, La vita beata del pastore e un passo del Culex, “Rivista di filologia e d’istruzione classica” CXXVIII, 2000 [2002], pp. 432-453;
Al v. 59-60, leggere illi / somnia luxuriae spretis incognita curis. Analisi del retroterra lucreziano del motivo e del brano nel suo complesso, anche in rapporto al finale della II Georgica di Virgilio (cui probabilmente l’autore del poemetto si ispira).
16) A. M. Morelli, recensione a F. Boldrer, L’elegia di Vertumno (Properzio 4.2), Amsterdam, Hakkert, 1999, “Eikasmós” XII, 2001, pp. 471-476;
17) A.M. Morelli, recensione a P. Kruschwitz, Carmina Saturnia Epigraphica, Stuttgart, Steiner, 2002, in “Rivista di filologia e d’Istruzione Classica” CXXX, 2002, pp. 463-470;
18) A. M. Morelli, recensione a Lucio Anneo Seneca, Tieste, introduzione, traduzione e note di Francesca Nenci, Milano, Rizzoli (BUR), in “Atene & Roma” XLVIII, 2003, pp. 111-114;
19) A. M. Morelli, Filodemo e le Muse vendicative. A proposito di Philod. AP V 107, in Atti delle III Giornate filologiche “Francesco Della Corte”, a cura di F. Bertini, Genova 2003, pp. 185-201;
Analisi delle raffinate tecniche allusive messe in atto da Filodemo in AP V 107: egli rivisita le convenzioni tipiche dell’epigramma erotico meleagreo, in modo critico e scanzonato, riprendendo anche antichi temi della poesia giambica.
20) A. M. Morelli, Cicerón, epigrama 1 Soubiran: cuestiones de atribución e interpretación histórica y lingüística, “Myrtia” XVIII, 2003, pp. 169-187;
This epigram and the other two extant ones ascribed to Cícero can be seen as representative of the typical Roman epigrammatic taste in the age of the late Republic. Mittere in the first verse is to be interpreted as a technical term used in land-surveying: ‘to draw (or to mark) the boundary line, to delimit’. The whole epigram would indicate a derisive metatio of the small estate of Vetto, whose extent can be covered by a sling throw, if not even an unsuccessful one, as the stone falls from the sling-pouch and lands by the slinger’s feet. Like the other two, this epigram can also be attributed to Cicero, although some doubts still remain, concerning prosody of final short -o of Vetto (not attested, but not impossible in the age of Cícero) and especially a couple of idiomatic peculiarities which are found also in Ovid.
21) A. M. Morelli, L’elegia e i suoi confini: Fedra e Medea tra Ovidio e Seneca, in Percorsi della memoria, vol. II, a cura di M. P. Pieri, Firenze 2004, pp. 37-82;
Analisi dettagliata delle relazioni intertestuali tra l’elegia ovidiana e la caratterizzazione delle due eroine nella Medea e nella Fedra di Seneca; in essa si mostra come quest’ultimo attui una vera e propria ricodificazione dei rapporti tra i generi letterari.
22) A. M. Morelli, recensione a N. Holzberg, Catull. Der Dichter und sein erotisches Werk, München 2002, “Atene & Roma” L, 2005, pp. 34-36;
23) A. M. Morelli, Toto notus in orbe? The epigrams of Martial and the tradition of the carmina Latina epigraphica, in Papers of the Langford Latin Seminar, a cura di F. Cairns, 12th volume, Cambridge 2005, pp. 151-175.
Si analizzano le modalità di rielaborazione della tradizionale poesia funeraria romana da parte di Marziale, nonché l’influenza che il poeta di Bilbilis ebbe sui carmina epigraphica contemporanei e successivi. Viene proposto alla fine un elenco delle citazioni e allusioni alla poesia di Marziale nei CLE, con nuove proposte da parte dell’autore.
24) A.M. Morelli, Il Liber Catulli di Terenziano Mauro, «Segno e testo» III, 2005, pp. 71-91;
Analisi di Ter. Maur. 2885-2900. Alla luce dell’usus dell'autore e delle convenzioni editoriali antiche, è probabile che con servasse quae Catullum probat ipse tibi liber (v. 2899) Terenziano si riferisse non ai soli galliambi, o al c. 63, ma a un liber in un assetto forse non lontano da quello oggi noto.
25) A. M. Morelli, recensione a R. Perrelli, Commento a Tibullo. Elegie, libro I, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2002, in «Athenaeum» XCIV, 2006, pp. 774-777;
26) A.M. Morelli, Hellenistic Epigram in the Roman World. From the Beginnings to the End of the Republican Age, in P. Bing - J. Bruss (ed. by), Brill's Companion to Hellenistic Epigram, Leiden 2007, pp. 521-541;
Capitolo del Companion dedicato alla storia dell’epigramma ellenistico, in cui si analizzano le modalità di ricezione del genere all’interno del milieu romano. Il paragrafo finale indaga sul rapporto tra Catullo e l’epigramma greco.
27) A. M. Morelli, Il monologo di Giunone nell'Hercules furens e l'Eneide di Virgilio. Allusività e confronto di paradigmi letterari in Seneca tragico, «Centopagine» I, 2007, pp. 30-39
(=http://www.openstarts.units.it/dspace/bitstream/10077/2800/1/MORELLI.4.pdf);
Il confronto tra la rhesis iniziale di Giunone nell’Hercules furens e Verg. Aen. I 37-49, VI 103-131 e VII 293-322 evidenzia le modalità di ripresa ‘straniante’ dell’epica virgiliana da parte di Seneca tragico. Il diverso codice di genere, l’accentuazione del furor tragico, il rovesciamento di segno (da un punto di vista etico) del tema della ‘discesa agli Inferi’ offrono il destro per una reinterpretazione dei grandi miti ‘di fondazione’ dell’Eneide. Seneca instaura una precisa connessione tra la discesa nell’Ade di Enea e il momento archetipico dell’ira di Giunone, tra sesto e settimo libro dell’Eneide, tra la gloriosa catabasi di Enea (attraverso la quale egli vince le tenebre dell’Orco e acquisisce la piena consapevolezza della sua missione fatale) e lo scatenarsi della Furia apportatrice di lutti.
28) A.M. Morelli (a cura di), Epigramma longum. Da Marziale alla tarda antichità / From Martial to Late Antiquity, Atti del Convegno internazionale, Cassino, 29-31 maggio 2006, Cassino 2008;
29) A. M. Morelli, Epigramma longum: in cerca di una basanos per il genere epigrammatico, introduzione a A. M. Morelli (a cura di), Epigramma longum. Da Marziale alla tarda antichità / From Martial to Late Antiquity, Atti del Convegno internazionale, Cassino, 29-31 maggio 2006, Cassino 2008, pp. 17-51;
Riflessione teorica sulla definizione del concetto di epigramma longum in Marziale e nella poesia epigrammatica greco-romana, di età precedente e successiva, alla luce del vivace dibattito che sull’argomento si è sviluppato e dei risultati dei contributi inseriti nel volume curato dall’autore.
30) A. M. Morelli, Gli epigrammi erotici ‘lunghi’ in distici di Catullo e Marziale. Morfologia e statuto di genere, in A. M. Morelli (a cura di), Epigramma longum. Da Marziale alla tarda antichità / From Martial to Late Antiquity, Atti del Convegno internazionale, Cassino, 29-31 maggio 2006, Cassino 2008, pp. 81-130;
Si esamina l’epigramma longum latino in distici di tema erotico-simposiale e il rapporto tra genere epigrammatico ed elegia ellenistico-romana, analizzando in particolare i seguenti componimenti: Catull. 76 (a confronto con Catull. 96) e 99; Mart. 1, 58 e 11, 104, 23 e 7.
31) A. M. Morelli, recensione a Frédérique Biville, Emmanuel Plantade, Daniel Vallat (éd. par.), « Les vers du plus nul des poètes… ». Nouvelles recherches sur les Priapées, Actes de la journée d’études organisée le 7 novembre 2005 à l’Université Lumière-Lyon 2, Lyon, Maison de l’Orient et de la Méditerranée – Jean Pouilloux, 2008, “Revue de philologie” LXXXII, 2008, pp. 527-531;
32) A. M. Morelli, recensione a C.A.J. Littlewood, Self-Representation and Illusion in Senecan Tragedy, Oxford, Oxford University Press, 2004, “Rivista di filologia e d’istruzione classica” CXXXV, 2007 [2009], pp. 456-461;
33) A.M. Morelli, recensione a S. Harrison (ed. by), A Companion to Latin Literature, Malden et al., Blackwell, 2004, “Rivista di filologia e d’istruzione classica” CXXXVI, 2008 [2009], pp. 242-247;
34) A. M. Morelli, Sighs of lost love: The Rufus cycle in Martial (Mart. 1.68 and 1.106), “Classical Philology” CIV, 2009, pp. 34-49;
Il piccolo ciclo di Rufo nel I libro di Marziale offre l’occasione per analizzare le modalità di ripresa ironica dell’elegia erotica in Marziale e per riflettere sulle dinamiche formali che presiedono al rapporto tra ciclo e libro nell’opera del poeta di Bilbilis.
35) A. M. Morelli, Restaurare Properzio. La filologia testuale properziana dopo l’edizione critica e il commento di S.J. Heyworth, “Athenaeum” XCVII, 2009, pp. 613-633;
Prendendo spunto dall’edizione oxoniense e dal commento filologico-testuale di S.J. Heyworth (2007), si propone uno studio di numerosi loci problematici properziani. I tentativi di restauro troppo ‘invasivo’, il ricorso sistematico alla congettura ope ingenii, in un’opera mal tramandata come quella di Properzio, vanno incontro a notevoli problemi di metodo.
36) A. M. Morelli, recensione a M. Tullio Cicerone, La repubblica, a cura di Francesca Nenci, Milano, Rizzoli BUR, 2007, “Rivista di filologia e d’istruzione classica” CXXXVII, 2009, pp. 251-253;
37) A. M. Morelli (a cura di), Appendicula testimoniorum, in I. Tantillo, F. Bigi (a cura di), Leptis Magna. Una città e le sue iscrizioni in epoca tardoromana, sotto la direzione di I. Tantillo, Cassino 2010, pp. 495-502;
38) A. M. Morelli, Come cominciare (e perdere) l’agone bucolico: Verg. ecl. 7,21-28, “Materiali e discussioni per l’analisi dei testi classici” LXV, 2010, pp. 147-165;
L’analisi del rapporto tra Verg. ecl. 7,21-28 e la tradizione poetica non solo teocritea, ma anche dell’epigramma ellenistico (in particolare Euphor. AP 6, 279 =I G.-P.) è in grado di gettare luce sulle cause della sconfitta di Tirsi nell’agone con Coridone.
39) A. M. Morelli, Catullo in versi italiani, in F. Condello, B. Pieri (a cura di), Note di traduttore. Sofocle, Euripide, Aristofane, Tucidide, Plauto, Catullo, Virgilio, Nonno, Bologna 2011, pp. 63-89;
Le traduzioni in italiano di Catullo: storia ragionata delle proposte editoriali che si sono succedute negli ultimi decenni, di fronte ad un testo difficile nella sua stupefacente varietà di registri, su cui spesso si sono stratificati pregiudizi di scuola e leziosità.
40) A. M. Morelli, Il lepos di Catullo, “Eikasmós” XXIII, 2012, pp. 467-488;
A proposito del libro di Franco Bellandi Lepos e pathos. Studi su Catullo, Bologna 2007. Si propone un riesame di moltissimi luoghi di Catullo e in particolare una nuova indagine sul concetto di lepos e sul suo significato nell’opera del Veronese (viene proposta, tra l’altro, una analisi del carme 16).
41) A. M. Morelli (a cura di), Lepos e mores. Una giornata su Catullo, Atti del convegno internazionale, Cassino, 27 maggio 2010, Cassino 2012;
42) A. M. Morelli, Invenustus amator: una analisi di Catull. 69 e 71, in A. M. Morelli (a cura di), Lepos e mores. Una giornata su Catullo, Atti del convegno internazionale, Cassino, 27 maggio 2010, Cassino 2012, pp. 99-135;
Una analisi dei carmi 69 e 71 di Catullo, sotto il profilo testuale, linguistico e storico-letterario. Il personaggio dell’‘amante sgraziato’ viene caratterizzato in modo un po’ differente nei due carmi, ricorrendo in entrambi i casi al motivo scommatico dei fetori corporei, di cui si ricostruiscono i presupposti nella poesia greco-latina, da Ipponatte (fr. 116, 8 W. = 196, 8 Degani) alla commedia greca (Aristoph. Pax 810-813; Ach. 848-853), all’epigramma greco (Lucill. AP 11, 239-240), fino ai poeti latini (Plaut. Most. 38-41; Pseud. 737-738; Lucil. 1067 M. etc.). Gli effetti caratterizzanti del tema della gotta, nel c. 71, rimandano a un quadro di dissolutezza e di deboscia, di cui la podagra è effetto diretto (cfr. nell’epigramma greco già Edilo, AP 11, 414, e poi Nicarch. AP 5, 39 e Strato AP 12, 243), sicché sembra farsi più caustica e mordace, probabilmente rispetto allo stesso bersaglio (il Rufus del c. 69) la satira dei vizi morali.
43) A. M. Morelli, Prostrati in gramine molli. Il locus amoenus come modello di comunità ideale in Lucrezio e nell’Ovidio dei Fasti, “Paideia” LXVII, 2012, pp. 459-481;
Lucretius works out the ancient theme of the locus amoenus in a very typical way, as it is shown by 2,29-33 and 5,1392-1396: it represents a pattern of the ideal ‘wise’ community and, at the same time, of the prehistoric, simple life; the setting is always in Spring. In Ovid’s reception of this system of motifs (esp. in Fast. 3,523-542) the community of the Urban plebs is involved, instead of Lucretian wise people or primitives, or even instead of Virgilian peasants (cfr. Georg. 2,513-540).
44) M. Passalacqua, M. De Nonno, A. M. Morelli (a cura di), Venuste noster. Scritti offerti a Leopoldo Gamberale, con la collaborazione di C. Giammona, Hildesheim, Olms, 2012;
45) A. M. Morelli, L’uno e il molteplice: su Catull. 5, in M. Passalacqua, M. De Nonno, A. M. Morelli (a cura di), Venuste noster. Scritti offerti a Leopoldo Gamberale, con la collaborazione di C. Giammona, Hildesheim 2012, pp. 105-126;
In Catull. 5, the author cleverly works out two ancient topoi (‘let’s love, because the night/death is coming’; ‘kisses are the joy of lovers’), gaining a well balanced structure of the poem. In comparison with contemporary Graeco-Roman poetry (erotic epigrams – such as Philod. AP 9, 570 –, the Epitaph of Bion), both themes are handled with a remarkable taste for originality, especially in their ‘numerical’ aspects, in order to put special emphasis on the basic contrast between nox una and basia mille.
46) A. M. Morelli, Le statut littéraire des Epitaphia heroum d’Ausone, in Marie France Guipponi Gineste, Céline Urlacher Becht (éd. par), La Renaissance de l’épigramme dans la latinité tardive, Actes du colloque de Mulhouse (6-7 octobre 2011), Paris 2013, pp. 75-88;
La tradition du genre épigrammatique a donné à Ausone la chance de produire, à travers ses ouvrages de nugae, une sorte de « portrait exemplaire » du poète, une représentation paradigmatique de sa vie et de sa culture élitaire. Dans le contexte de cette « construction d’une identité » poétique, on a analysé les Epitaphia : Ausone veut là revitaliser une forme d’épitaphe poétique « à la grecque », héroïque et gnomique, qui va bien s’intégrer dans le grand éloge posthume de la culture classique des professeurs de Burdigala. L’auteur a transformé les hypotextes grecs en proposant un modèle différent d’épigramme et un libellus poétique qui a une structure très soignée, en deux parties (la « grecque » et la « troyenne »).
47) A. M. Morelli, Guglielmo da Pastrengo e i codices Catulliani antiquiores: un riesame, in M. Palma, C. Vismara (a cura di), Per Gabriella. Scritti in ricordo di Gabriella Braga, III, Cassino 2013, pp. 1281-1311;
Il riesame delle citazioni di Catullo in Guglielmo da Pastrengo conferma come quella di Catull. 12,9 differtus sia un ‘fantasma’ (tuttavia ancora presente negli apparati critici); in realtà, Guglielmo è estremamente selettivo nel suo riuso di Catullo. Piuttosto, molti dei marginalia di O, il celebre Oxoniensis di Catullo, devono aver tratto origine in un ambiente veronese (perlomeno) assai vicino a Guglielmo.
48) A. M. Morelli, Sed nec respicis et fugis sequentem: il parassita e l’‘entimema dell’innamoramento’ in Mart. V 44, “Aevum” LXXXVII, 2013, pp. 55-71.
This paper focuses on Mart. V 44, its literary background, and its role within the arrangement of the poetic book. The ego asks the parasite Dento about his strange behavior (he does not more accept ego’s invitations to dinner); he gradually understands that Dento got a new patronus, and foretells him a very quick coming back ‘home’ to his ancient host. The topic is skillfully patterned on the ‘falling-in-love enthymema’, which has its origins in Callim. AP XII 71 and 73 or in Theocr. Id. 14 (the ego argues from someone’s unusual behavior that she/he fell in love with some other). Themes and language concerning ego’s ‘jealous’ attitude towards the parasite are variously picked up in other poems within the V book (see esp. 46-47, 50, and 83-84).
49) A. M. Morelli, La legge di Postumia. Una lettura di Catull. 27, “Rationes Rerum” 4, 2014, pp. 103-126.
L’espressione lex Postumiae magistrae in Catull. 27 allude alla Lex Postumia in Plin. NH 14,88: un’analisi approfondita del brano pliniano e del carme catulliano (con il suo retroterra letterario) dimostra che la ‘signora Postumia’ di Catullo altri non può essere che la personificazione di una legge che regolava l’uso del vino in ambito sacro. Viene proposto anche un riesame del problema testuale al v. 4 (ebrioso acino ebriosioris) e di quello esegetico al v. 7 (hic merus est Thyonianus).
50) A. M. Morelli, Il carme 6 di Catullo. Analisi e commento, online dal 2014 presso il portale AICC di Firenze all’indirizzo http://www.aiccfirenze.it/images/materiali_/conferenze/Catullo_carme_6.pdf.
Testo di una conferenza tenuta presso l’AICC di Firenze, con analisi del background ellenistico del c. 6 di Catullo, edizione, traduzione e commento continuo del carme.
51) I. Tantillo, G. Schirru, A.M. Morelli, Exasciator, “Rivista di filologia e d’istruzione classica” 143, 2015, pp. 112-132 (A. M. Morelli ha curato l’appendice su Plaut. Asin. 360, pp. 127-128);
All’interno dell’articolo sull’uso e i significati del termine exasciator nella Tarda Antichità, l’autore cura l’appendice su Plaut. Asin. 360 iam hoc opus est † exasceatum; nel verso, non è facile attribuire ad exasciatum o exasceatum il significato, che alcuni studiosi suppongono, di ‘lavorare di fino, cesellare’.
52) A. M. Morelli, recensione a Orazio Portuese (a cura di), Il carme 67 di Catullo. Introduzione, edizione critica, traduzione e commento, Cesena, Stilgraf Editrice, 2013, in “Classical Review” 65, 2015, pp. 122-124;
53) A. M. Morelli, Catullo, o il lepos ‘impossibile’ del secondo Novecento italiano (Quasimodo e gli altri), in F. Condello, A. Rodighiero (a cura di), «Un compito infinito». Testi classici e traduzioni d’autore nel Novecento italiano, Bologna 2015, pp. 153-177.
Le traduzioni ‘d’autore’ di Catullo, dall’immediato Secondo Dopoguerra fino alla fine del XX secolo, nell’intreccio tra il testo dell’autore antico e i grandi temi e le forme poetiche della letteratura italiana della seconda metà del ’900. Una analisi delle traduzioni, tra gli altri, di Quasimodo (cui è dedicata tutta la prima parte del lavoro), Ceronetti, Ramous, Sanguineti, Bellezza e Veneziani.
54) A. M. Morelli, Il papiro di Nicarco (POxy LXVI 4502) e l’epigramma latino, in L. Del Corso - F. De Vivo - A. Stramaglia (a cura di), Nel segno del testo. Edizioni, materiali e studi per Oronzo Pecere, Firenze 2015, pp. 41-60.
Il papiro viene esaminato, con proposte esegetiche e di restauro; si affronta il problema del rapporto tra l’epigramma scommatico greco dell’età di Nicarco e l’epigramma latino, con particolare riferimento non solo agli aspetti tematici, ma anche a quelli relativi alla tecnica compositiva e alla disposizione dei carmi all’interno del liber poetico, con ampia messe di confronti con la poesia marzialiana, in particolare con la sequenza iniziale dell’XI libro.
55) A. M. Morelli, Il callimachismo del carme 4 di Catullo, “Paideia” LXX, 2015, pp. 473-509 ( DOI 10.1400/236556).
The phaselus in Catull. 4 is not a real boat, but a boxwood model ship, offered as ex-voto to the Dioscuri. Catullus plays with his readers a typical Ergänzungsspiel, revealing the nature of the phaselus just in the central lines of his poem (ll. 10-15), and making clear only in the final section (ll. 25-27) that the poem belongs to the anathematic sub-genre. The narrating voice of the phaselus (ll. 2, 15 ait, l. 6 negat) and the one of the real boat overlap through the poem: that is a typical feature in the Hellenistic votive epigrams, esp. in Callimachus. The paper focuses on the different voices and identities in the Hellenistic anathematic epigram: Posidipp. 75 Austin-Bastianini, Callim. epigr. xiv, xvi, xxii, xxiv-xxviii G.-P., and other epigrams are analysed. The Argonautic account in Callimachus’ Aetia (7c-21d Pf./Harder = 9,19-23 Massimilla) is also taken into consideration. In the final pages, Latin imitations and allusions to Catull. 4 are looked into: [Verg.] Catal. 10; Hor. Carm. 1,14; Prop. 3,21,17-20; Ov. Trist. 1,10; Mart. 7,19.
56) A. M. Morelli, Calvus et l’image du poète dans l’œuvre de Catulle (à propos des thèmes du banquet en Catull. 50), in L. Foschia, E. Santin (éd. par), L’épigramme dans tous ses états : épigraphiques, littéraires, historiques, Lyon, ENS, 2016, pp. 176-196 (openedition book: https://books.openedition.org/enseditions/5621);
Dans cet article, nous nous concentrons sur la construction de l’image de Calvus dans le Liber de Catulle. La lepos de Calvus dans l’art oratoire, tout comme dans l’élégance poétique, est une sorte de talent artistique qui provoque une forte implication émotionnelle de la part du public (bien que l’atticisme de Calvus soit souvent décrit comme froid, par exemple par Cicéron). Même l’ego poétique est subjugué par cette personnalité si séduisante, comme le montre le carmen 50. Tous les sujets de la tradition grecque des épigrammes sympotiques sont renversés dans le but de décrire la ferveur douloureuse de Catulle après son concours poétique avec Calvus. Tels qu’ils sont représentés dans c. 50, le symposium et la compétition poétique apparaissent comme très insolites, en ce qui concerne le temps, l’organisation, le nombre et le rôle des participants. La comparaison entre le c. 50 et deux épigrammes d’Hédyle (V et VI G.-P.) nous amène à croire que le vin, l’inspiration poétique et l’enthousiasmos sont mis en corrélation par une stratégie (seulement en apparence) anti-callimaquéenne.
57) A. M. Morelli, Quel che scrisse Catullo, “Paideia” LXXI, 2016, pp. 661-692.
A recent Catullian book edited by Dániel Kiss (What Catullus wrote, Swansea 2015) gives the starting point for a review of problems in text tradition and editing. The author discusses several passages in Catullus, and in further ancient or medieval texts: Agius of Corvey, Epiced. Hatum. 55-58; 71-74; Callim. Aet. 110 Pf. / Harder = 213 Massimilla, v. 94a-b; Catull. 1,9; 2-3; 8,4; 10,24-30; 15,18; 16,9-11; 29,20; 31,1; 38,6; 40,5; 44,17; 21; 45,8-9; 17-18; 55,17; 22; 59,4; 62,1-10; 36-37; 41; 54; 64,21; 216-217; 282; 324; 350; 66,1; 45; 48; 63; 65-66; 93-94; 67,1-2; 5; 6; 23; 30; 31-34; 44; 68,16; 66; 156; 76,10; 83,6; 92; 114,6; 116,7; Heiric of Auxerre, Adloc. ad libr. 15; 29; Vita S. Germ. 1,21; 32; Mart. 12,83; Pompon. Atell. 55t R.3; Pontanus, I 48-50 and App. 8-9 Soldati; Parthen. 1,21,1-2; Prop. 2,3,9-12; [Verg.] Catal. 12,8; 13,39.
58) A. M. Morelli, Lo Scipio e la poesia celebrativa enniana per Scipione, in B. Pieri – D. Pellacani (a cura di), Si verba tenerem. Studi sulla poesia latina in frammenti, Berlin-Boston 2016, pp. 53-78;
Ennius’ Scipio is a praetexta: Enn. var. 14 (Scipio VIII) V.2 = Scipio IV Russo sparsis hastis longis campus splendet et horret has to be read as dact6 or as an4 + an. The testimony of Hraban. Maur. Excerptio de arte grammatica Prisciani, PL 11, p. 670 B is taken into consideration. Ennius also celebrates Scipio’s victory against Hannibal in the saturae (cfr. Enn. sat. 10–11 V.2 = VI Russo); Enn. var. 6-8 V.2 probably are fragments of Scipio’s ‘last speech’ in Rome (187 or 184 BC), as it is reported in the Annals. Testimonies on this famous speech in Polybius, Cicero, Livy, and Gellius are newly discussed.
59) A. M. Morelli, Catullo, carme 6: una lettura (con saggio di commento), in “Annali di Studi umanistici” IV, 2016 (Università di Siena), pp. 47-72.
Versione rivista e ampliata dell’articolo al nr. 50.
60) A. M. Morelli, Carmina Latina Epigraphica e poesia letteraria. A proposito di alcune iscrizioni metriche dal Latium adiectum, in Le epigrafi della Valle di Comino, Atti del Tredicesimo Convegno Epigrafico Cominese, Atina, 28 maggio 2016, a cura di H. Solin, Associazione ‘Genesi’, San Donato Val di Comino – Arezzo 2017, pp. 97-113.
I rapporti tra poesia letteraria ed epigrafica nel territorio del Latium adiectum; vengono proposte alcune riflessioni sull'utilità dell'uso integrato di banche dati come Musisque deoque, Memorata poetis, EDR, Epigraphik-Datenbank Clauss Slaby. Analisi approfondita di CLE 12, 56 e 376.
61) A. M. Morelli, Catull. 23 and Martial. An Epigrammatic Model and its ‘Refraction’ throughout Martial’s libri, in F. Bessone, M. Fucecchi (a cura di), The Literary Genres in the Flavian Age. Canons, Transformations, Reception, Berlin-Boston 2017, pp. 117-135;
Catull. 23 is a special case in the history of relationships between Martial and his favorite epigrammatic auctor, Catullus. The poem is a well-appreciated one by Martial: he frequently alludes to it by reproducing single features or poetic iuncturae, if not its overall framing. Through his whole career of epigrammatic poet (starting from 1, 92), Martial follows suggestions, imagery, and vocabulary he has himself gradually built up and consolidated by alluding to Catull. 23: this set of features is superimposed on the original Catullan model and seems to do almost single body with it (see 12, 32).
62) A. Sannella, M. Latini, A. M. Morelli (a cura di), La grammatica della violenza. Un’indagine a più voci, Milano-Udine, Mimesis, 2017.
Il volume è il frutto di un ciclo di esperienze messe in atto da un gruppo di studiosi di diverse discipline: in questo ambito, lo studio dei fenomeni di violenza all’interno della società si è unito alla riflessione teorica sui ‘linguaggi della violenza’. L’atto che brutalmente interrompe ogni istanza di mediazione all’interno di un circuito comunicativo, o quello che stabilisce in modo coercitivo i rapporti di potere, hanno luogo seguendo codici, pratiche, tecniche del dominio spesso non facilmente decifrabili. L’idea è stata quella di far incontrare competenze diverse, spesso lontane e difficilmente comunicanti (dalla filologia classica agli studi filosofici e letterari, dalla sociologia alla psicologia), per un confronto su questi temi: in sostanza, una ricognizione del nesso tra violenza e dominio. In questo quadro di riferimento, sono stati affrontati anche i grandi temi della violenza di genere o della violenza specista. Il risultato dei lavori e di una intera stagione di appassionati dibattiti ed esperienze sul campo è condensato in questo libro. Con esso si vuole innanzitutto proporre uno strumento a coloro che sentono come ineludibile una riflessione sulle forme della violenza nella società contemporanea; al contempo, la res publica delle idee e le varie cittadelle della scienza potrebbero trovarvi un modello virtuoso di dialogo tra le discipline e di interazione sociale da riproporre e perfezionare, auspicabilmente, in nuovi contesti culturali.
63) A. M. Morelli, Diventare uomo, diventare donna. L’Attis di Catullo, in A. Sannella, M. Latini, A. M. Morelli, La grammatica della violenza. Un’indagine a più voci, Milano-Udine, Mimesis, 2017, pp. 31-41.
The purpose of this summary lectura Catulli is to re-analyze the features of the extreme act of violence that Attis commits on himself: important symbolic meanings and cultural representations are involved and they deserve a reflection within a volume dealing with the ‘Grammar of violence’. Attis is described by Catullus as a young, handsome boy, in the most delicate moment of his self-identification; he is touched by the fury of Cybele and rejects his fate of man, subjecting himself to an impossible ‘metamorphosis’ into a woman, devoted to the goddess. The poem is one of the Greco-Roman texts that most disturbingly reveal the link between self-domination and dominion over the other, showing how violence, in the ancient world, funds the ‘technologies of the self’ (Foucault) and the idea of domination.
64) A. M. Morelli, Ceveant versiculi. Per l’esegesi di Catull. 16,9-11, in “Materiali e discussioni per l’analisi dei testi classici” LXXIX, 2017, pp. 171-186;
No one of the current interpretations of Catull. 16 can convincingly explain the opposition between the pueri and the mysterious pilosi at l. 10 non dico pueris sed his pilosis. They have to be interpreted as causal ablatives or, alternatively, final datives, governed by quod pruriat at l. 9: they do not refer to the excited readers of Catullian versiculi, but to the object of the passion of the same readers. If so interpreted, pueri and pilosi get a fully satisfying meaning (the ‘small boys’ in childish age vs the ‘young people’, which already have hairy and hard limbs), in line with ancient representations and language of the pederast love. By consequence, other details of the poem can be better explained, as well as of the long Nachleben of the poem (Martial 1,35 and 11,6 and Ausonius Cento nupt. epil. p. 153,5 Green are fully reexamined).
65) A. M. Morelli, Entre le petit et le ridicule. Pour une histoire comparée de l’épigramme satirique grecque et latine, in La rhétorique du petit dans l’épigramme grecque et latine, Actes du colloque de Strasbourg (26-27 mai 2015), Édités par Céline Urlacher-Becht et Doris Meyer, Paris 2017, pp. 131-147;
La ‘rhétorique du petit’ est très importante dans l’épigramme satirique : à ce regard, il y a toutefois des remarquables différences entre l’histoire de l’épigramme grecque et latine. Cic. De or. 2, 245,1 montre que dans l’éducation rhétorique latine les facetiae sur le ridicule de ce qui est trop petit avaient une notable importance : ceci est confirmé par la tradition rhétorique grecque, qui nous a transmis beaucoup de jeux de mots sur ‘l’homme trop petit’, ‘la ferme trop petite’ etc., empruntés à la poésie comique ancienne. Cette tradition rhétorique, les florilegia de blagues (cf. par ex. le P.Heid. 190 et, plus tard, le Philogelos) et la tradition des Fescennini et des versus populares ont déterminé la floraison de l’épigramme satirique latine dans le Ier siècle, et en particulier la diffusion du thème de l’ ‘excessive petitesse’ : cf. Papin. p. 120 Bläns. ; Catull. 26, 37, et 54, 1 ; Cic. fr. 4 Bläns. ; Incert. vers. 41 Bläns. ; Bibac. 1 Bläns. Seulement beaucoup plus tard l’épigramme littéraire grecque a traité ce thème, mais elle a suivi une évolution largement parallèle et indépendante : cf. par ex. Lucill. AP 11, 88-95. Dans la deuxième partie de l’article, on va analyser la ‘poétique du petit’ dans l’épigramme gréco-latine et, notamment, la ‘sexualisation’ du thème méta-poétique de la petitesse dans l’épigramme latine (Catulle 53, 54, et 16 ; Mart. 1,35, 2,77 et 3,83 ; Priap. 80-81).
66) A. M. Morelli, Il disunito filo che ci unisce. La traduzione catulliana di Enzo Mazza, “Paideia” LXXIII, 2018, pp. 175-202.
La traduzione del Liber di Catullo da parte di Enzo Mazza nel 1962, per Guanda, viene analizzata individuandone da un lato i legami con l’attività più complessiva di Mazza come poeta e intellettuale (soprattutto nel corso degli anni ’60: un nutrito numero di interessanti allusioni è possibile riscontrare in opere come i 70 epigrammi), dall’altro gli elementi di continuità e discontinuità con le traduzioni poetiche catulliane ‘d’autore’ pubblicate in quel medesimo torno di anni, soprattutto quella di Salvatore Quasimodo (1955) e di Guido Ceronetti (1969).
The translation of Catullus’Liber by Enzo Mazza in 1962 (Guanda, Parma) is analyzed by identifying on the one hand the links with Mazza's overall activity as a poet and intellectual (especially during the 1960s: a large number of interesting allusions can be found in works such as 70 epigrammi), on the other the elements of continuity and discontinuity with the Catullian poetic translations published in that same period of time, especially with the ones by Salvatore Quasimodo (1955) and Guido Ceronetti (1969).
67) A. M. Morelli, Catulle est-il un ‘classique’ pour Ausone ? La connaissance et l’émulation de Catulle chez Ausone, in É. Wolff (Textes réunis et édités par), Ausone en 2015 : bilan et nouvelles perspectives, Collection des Études Augustiniennes, série Antiquité, 204, Paris 2018, pp. 43-62 ;
Dans Ausone, les allusions à Catulle sont limitées à quelques motifs et à quelques poèmes : ce sont, très souvent, les mêmes thèmes et les mêmes éléments de codification des genres poétiques dans lesquels la valeur paradigmatique de Catulle a été reconnue par la grande poésie des premiers siècles de l’Empire. Ausone propose à ses lecteurs le Catulle ‘consacré’ par la tradition poétique et culturelle postérieure. Le poème d’incipit du Liber, les épigrammes consacrées au thème des ‘baisers’ sont, peut-être, les plus cités par Martial : Ausone les cite ou y fait clairement allusion, et ses lecteurs étaient sans doute en état d’apprécier ce ré-emploi savant. L’amour de Catulle pour Lesbia était certainement un modèle d’éros épigrammatique et élégiaque, célébré par Ovide et par le même Martial : dans ses épigrammes, Ausone propose, presque certainement, une relecture de ce paradigme-là. D’autres thèmes et d’autres poèmes des nugae catulliennes sont aussi familiers (le topos du ‘retour du printemps’, très répandu dans la poésie de l’Antiquité tardive, avait certainement un modèle dans le poème 46 de Catulle). Les épithalames sont bien appréciés, tandis que le poème 68, la ‘première élégie’ romaine, est aussi familière à Ausone et à ses lecteurs, notamment pour sa forme épistolaire, pour ses thèmes érotiques et funéraires ; vraisemblablement, on reconnaissait au poème 64 une valeur de fondation de la nouvelle poésie épique romaine. La tradition philologique a eu aussi son importance, en proposant des repêchages sélectifs et érudits de termes et de motifs catulliens.
68) A. M. Morelli, Di alcuni carmi epigrafici in senari giambici nel Latium adiectum, in Le epigrafi della Valle di Comino, Atti del Quattordicesimo Convegno Epigrafico Cominese, Atina, Palazzo Ducale, 27-28 maggio 2017, a cura di H. Solin, Associazione ‘Genesi’, San Donato Val di Comino – Arezzo 2018, pp. 111-147.
Su CIL X 5371 = CLE 118 = ILS 7734 = AE 1991,420 (da Minturnae); CIL X 6616 = CLE 127 (da Velitrae); CIL X 5798 = CLE 168 (da Verulae); CIL X 6493 = CLE 211 = ILS 7483 (da Vlubrae).
69) A. M. Morelli, Come le foglie. La poesia preneoterica e neoterica negli studi di Vincenzo Tandoi (con una analisi di Cornif. 3 Bläns.= 97 Ho.), in “Studi Classici e Orientali”, LXIV, 2018, pp. 453-490;
In this paper Vincenzo Tandoi’s contribution to neoteric studies is fully re-examined. The Italian scholar, whose memory is honored in the SCO volume, was the author of important essays on Laev. 21 Bläns., Tiburtinus’ and Praeneoteric Epigrams, Cic. Fragm. poet. 3 Bläns., Varro At. 3 Bläns., Catull. 54, Maec. 3 Bläns., Gall. 2-4 Bläns., and on many other fragmentary texts. A particular attention is paid to Tandoi’s interpretation of Corn. 3 Bläns. He considered it as part of the poem Glaucus and he was probably right: POxy 3965 (pub¬lished in 1992) brings new evidence in favor of this suggestion, even though Cornificius’ Glaucus was probably not the Pontius, but one of the Corinthian Glaucidae (see Hom. Il. 6,146 ff.).
70) A. M. Morelli, Un simposio per le acque. Stazio e il balneum di Claudio Etrusco (Silu. 1,5), in “Studi Italiani di Filologia Classica” n.s. XVI, a. CXI, 2018, pp. 71-101;
This paper focuses on Stat. Silu. 1.5: textual problems are re-examined and the meta-poetic aspects are fully discussed. The uninhibited Clio at the party (ll. 12-13) is a key-character in representing the relationships between the epic poet Statius and the occasional poetry of the Siluae; the Naiads are not simply Muses’ substitutes, but natural elements evocated by the uates (together with Vulcan ‘the fire’) in order to create in front of the readers the scenario of Etruscus’ thermae. From the beginning on (in spite of the commonly alleged bipartition of the poem) Statius plays on the paradoxical idea of a ‘symposium in honor of the waters (nymphae)’: this is the frame in which we have to re-consider the whole gesture of including or excluding not only waters, but also fire, marbles, glass, and so on. Catullus 27 (a poem on a symposium governed by drunken Postumia and forbidden for lymphae, waters) is an important and yet unobserved poetical model; it also had a special influence on Stat. Silu. 1.6, on Lygdamus (3.53-64), and on several Martial’s poems (exp. on 11.6 and 11.16).
La struttura di Stat. Silv. 1,5 è unitaria. Il poeta/vates Stazio chiama a raccolta (o esclude) le forze e gli elementi (le ninfe/acque personificate, il fuoco, ma anche il vetro e i marmi) che vanno sia a ‘costruire’ il balneum di Etrusco, sia a ‘partecipare’ al convito in suo onore. Il simposio, con la figura emblematica di Clio procax che folleggia, richiama alla memoria del lettore non solo precedenti oraziani, ma anche Catull. 27, ove il gesto era quello di allontanare le lymphae/acque personificate, in osservanza della lex imposta da una misteriosa e allegra figura femminile (la magistra Postumia, quasi sicuramente una personificazione allegorica). L’influsso di Catull. 27 è ancora ben visibile in Stat. Silv. 1,6, nonché nel contemporaneo Marziale (cfr. almeno 11,6 e 16).
71) A. M. Morelli, interventi critico-esegetici presso Gaio Valerio Catullo. Le poesie, Testo, traduzione, introduzione e commento a cura di Alessandro Fo, con interventi di Alfredo Mario Morelli e Andrea Rodighiero, Testo latino a fronte, Torino, Einaudi (NUE), 2018.
72) A. M. Morelli, Otium e letteratura nei Carmina Priapea (e in Marziale), in “Dictynna” 15, 2018, presso http://journals.openedition.org/dictynna/1525 (in linea dal 21 dicembre 2018).
This paper focuses on the relationship between otium and literature in the Carmina Priapea. In the double prologue of the collection (Priap. 1-2), although lexemes and idioms are similar to those which can be found in most epigrammatic authors, there are significant differences in the use of literary topoi connected to the theme of otium. The new idea of poetry as a ‘rough’ offering of a supposedly ‘idling’ poet in Priapus’ sacred space takes shape through a number of refined allusions to Catullus, Martial, and also (with high probability) to Strato’s Paidike Mousa, in the most important metapoetic poems of the Priapea (1-2, 42, 49, 80). This suggests that the collection is the work of a unique author largely inspired by Martial’s epigrammatic corpus (Mart. 1,1-4, 1,107, 8 pr., 8,3, 8,55, 11,1-6, 12 pr., and 12,1 are re-examined).
73) A. M. Morelli, The Beginnings of Roman Epigram and Its Relationship with Alexandrian Poetry, in Chr. Henriksén (ed.), A Companion to Ancient Epigram, Blackwell Companions to the Ancient World, Malden MA et al. 2019, pp. 425-440;
Capitolo 24 del Blackwell Companion sull’epigramma. La storia dell’epigramma latino dalle sue origini fino a Catullo escluso. Una particolare attenzione viene dedicata all’epigramma scommatico romano e alla sua relazione con quello ellenistico.
74) A.M. Morelli, Cultura letteraria ed epigrafia. Tre iscrizioni metriche da Ferentino (CIL X 5844, CIL X 5856 + 5859 e Suppl. It. I, Ferentinum 19), in Le epigrafi della Valle di Comino, Atti del Quindicesimo Convegno Epigrafico Cominese, Atina, Palazzo Ducale, 2 giugno 2018, a cura di H. Solin, Associazione ‘Genesi’, San Donato Val di Comino – Arezzo 2019, pp. 127-157.
Analisi delle tre epigrafi metriche note di Ferentinum. Riguardo a CIL X 5844, viene riesaminato il costume, squisitamente italico, della distribuzione di mulsum e crustula e si propongono alcune riflessioni sulle modalità di produzione ed esposizione di epigrafi ‘pubblicitarie’ nell’antichità; si illustrano altresì i tratti della consistente cultura letteraria dell’anonimo poeta, con ogni probabilità influenzato dalla recente poesia marzialiana. Iscrizioni onorarie in poesia sembrano essere anche CIL X 5856 + 5859 e Suppl. It. I, Ferentinum 19.
75) A.M. Morelli, La Pro Archia e il valore celebrativo della poesia in Cicerone. Alcune considerazioni, Arpino, Società Dante Alighieri, 16 aprile 2018 [2019], pp. II + 18, supplemento a Cicerone e il diritto di cittadinanza. Atti del convegno (Arpino, 16 aprile 2018), Arpino 2018, ISBN 9788894159165.
Testo ampliato, riveduto e corredato di note bibliografiche di una conferenza tenuta presso la fondazione ‘Umberto Mastroianni’ di Arpino (convegno ‘Cicerone e il diritto di cittadinanza’, 16 aprile 2018). Si indaga sulle relazioni esistenti tra la poesia e la celebrazione delle res gestae in Cicerone, rivedendo in modo critico la teoria secondo la quale Cicerone si sarebbe cimentato nell’epos auto-elogiativo latino a seguito della ‘delusione’ ricevuta da Archia, che non volle scrivere un poema in greco sui fatti del suo consolato. L’idea ciceroniana di una differenza tra gli ambiti culturali, pur complementari, della poesia greca e di quella latina (Archia è grande poeta greco, cioè cittadino del mondo e quindi di Roma), il desiderio di aemulatio nei confronti di Ennio, la concezione di un ideale di uomo di Stato che si fonda su valori morali, culturali, educativi, letterari prima ancora che su virtù militari sono elementi che aiutano a definire un quadro molto più complesso e mosso dei motivi per i quali l’Arpinate si cimentò nel De consulatu meo e nelle altre opere epiche.
76) A. M. Morelli, Martial et les voleurs au banquet (Épigrammes 8, 59 et 12, 28) : métamorphoses d’un motif entre iambe et épigramme, in D. Vallat (éd. par), Martial et l’épigramme satirique. Intentions, thèmes et style, Actes du Colloque, Lyon, 18-19 octobre 2018, Hildesheim, Olms, 2020, pp. 201-221.
Le thème du vol a perdu beaucoup de l’agressivité et même de la polémique sociale, élitiste, qu’il avait dans la poésie ïambique des origines : la caractérisation du voleur comme un exclu et un déviant social, ou comme un être abominable, un freak, est un motif encore vivant, mais, de l’époque de l’épigramme hellénistique, elle a un bout comique et grotesque plus que moraliste. Dans la comédie, l’attention s’était concentrée sur le rapport entre le patron et le parasite et même dans l’épigramme satirique et dans la littérature en prose grecque de l’époque impériale on constate que le voleur-parasite commet ses vols au détriment du patron, bien sûr avec ingratitude. Dans les poèmes de Catulle et de Martial, la présence remarquable du vol des serviettes personnelles n’est pas un détail secondaire et futile : dans l’épigramme romaine, on trouve un changement d’orientation du thème du vol, on focalise l’attention sur les effets sociaux du vol au banquet, dans le milieu des convives ; c’est pour cause, donc, que Martial revivifie des topoi de la tradition littéraire, notamment le vol de la cape ou du manteau ou même de la lampe.
77) A. M. Morelli, Il Cento Nuptialis di Ausonio. Il matrimonio, il sesso, il mondo del basso corporale come gioco erudito, in AA. VV., Donne sulla linea del tempo. Incontro culturale sulla donna nella Roma antica, Alvito, Teatro Palazzo Ducale, 17 marzo 2019, a cura dell’Associazione Genesi, Arpino 2020, pp. 73-88 (nello stesso volume: abstract dell’intervento all’Incontro, A.M. Morelli, Dominio maschile e idealizzazione della donna nella letteratura latina di età cesariana, pp. 63-71).
L’eros nuziale nel Cento e il disagio che gli interpreti provano di fronte alla imminutio (vv. 101-131), la sezione che descrive la prima notte d’amore tra i coniugi come fosse un atto di violenza sessuale. La tecnica centonaria, maneggiata con abilità, permette di conferire al materiale virgiliano nuovi significati grazie al potenziale allusivo ad altri generi ed autori: si mette in scena uno ‘spettacolo di potenza’ letteraria, da parte di un membro dell’élite socioculturale come Ausonio (che ha ricevuto l’incarico di comporre il centone direttamente da Valentiniano I), per cui il controllo di tutti i diversi registri e generi letterari passa attraverso la padronanza completa degli strumenti filologici, retorici e letterari che presiedono al riuso dei classici. In tale operazione, deve essere recuperato anche l’ambito dell’oscenità e del burlesco: con gesto padronale (anche se con tutta l’ambiguità e l’ipocrisia che deriva dall’ostentazione di un potere culturale, sociale e sessuale), Ausonio vuol dimostrare che solo colui che è in grado di ludere in poesia su ‘certe cose’, mantenendosi nell’alveo di una raffinata ed esclusiva tradizione letteraria (che trae all’infinito ogni suo elemento dal testo dei classici, e di Virgilio in particolare, e dalla letteratura erudita ad esso connessa) è immune dal loro fascino lubrico nella realtà della sua vita proba e signorile, ciò che naturalmente non riesce alle grottesche figure dei filologi-Curii e dei filologi-priapi, che nella loro insipienza e mancanza di controllo culturale confondono i due piani della vita e della letteratura.
78) A. M. Morelli (introduzione, testo, traduzione e commento), I Carmina Latina epigraphica del Latium adiectum / Carmina Latina Epigraphica in Latio Adiecto Reperta (CLEiLAR), vol. I / tomus prior, Inscriptiones ab origine usque ad II saec. p. Chr. n. insculptae, Tivoli, Tored, 2020, pp. 247, ISBN 978-88-99846-44-2.
Il territorio del Latium adiectum, non lontano dal centro del potere Roma, è caratterizzato da una notevole varietà di ambienti socio-economici e culturali, dalle zone costiere (con le attività legate al porto di Minturnae) a quelle interne, che da Velitrae si estendono a sud, lungo le valli del Sacco e del Liri e quelle circonvicine (vie d’accesso importanti all’Urbe), ove sorgevano centri che avevano un’intensa vita municipale come Anagnia, Verulae, Ferentinum, Fabrateria Vetus e Nova, Arpinum, Aquinum, Atina, fino all’area di Casinum, ricca di acque e di attività produttive e commerciali. In questa regione la cultura epigrafica fu vivace: tra le moltissime note, alcune decine di iscrizioni (all’incirca 40) sono metriche e spaziano dall’ultimo secolo della Repubblica alla Tarda Antichità (in senari, esametri, distici elegiaci, faleci, forse in saturni…); esse costituiscono l’oggetto di questa pubblicazione.
Nell’Introduzione vengono fornite alcune informazioni sul territorio e la sua storia socioculturale nel corso dei secoli: vengono anche illustrati i caratteri della produzione epigrafica e i criteri seguiti per la presente edizione. Segue il testo e la traduzione dei Carmina Latina Epigraphica: essi sono numerati e ordinati in sequenza cronologica (le epigrafi di incerta datazione o di dubbia natura metrica perché troppo frammentarie saranno pubblicate nel secondo volume, che sarà dedicato alle epigrafi poetiche dal III al VI saec. d.C. inclusi); il testo è controllato (ove non sia stata possibile un’autopsia) sulle più affidabili edizioni e sulle fotografie del reperto, quando esse siano disponibili. Subito dopo il testo, si propone un ampio commento in cui ad un inquadramento storico e monumentale del reperto segue una discussione sulle caratteristiche metriche e della lingua poetica, nei suoi legami con la poesia letteraria ed epigrafica, sui temi sviluppati in rapporto alla destinazione (funeraria, votiva, celebrativa etc.). L’autore è un filologo classico e intende analizzare questi testi soprattutto in rapporto alla tradizione poetica letteraria ed epigrafica: il contributo vuole essere anche di natura metodologica. Tramontata ormai da tempo l’epoca in cui i carmina epigrafici venivano considerati in posizione ‘ancillare’ rispetto alla poesia letteraria, di cui riprendevano in maniera giudicata pedissequa (se non goffa) temi e lingua, negli ultimi decenni si è passati a considerare l’autonomia di funzione culturale dell’epigrafe in versi, il rapporto in realtà di osmosi che, in determinati generi poetici e sfere tematiche, esiste tra ambito letterario ed epigrafico, la ricchezza di informazioni che possono derivare dalla lettura dei CLE riguardo alla cultura non solo poetica, ma in senso più vasto letteraria e retorica di un territorio e di un’epoca, o riguardo alla vitalità e agli interessi della scuola. Non si considerano più come fossero il riflesso frammentario e degradato di una malintesa e mal assimilata versificazione ‘culta’ tutte quelle epigrafi (le celebri ‘commatiche’ di Buecheler) che spesso sono semplicemente in una prosa retoricamente più ricercata, con iuncturae poetizzanti e marcate caratteristiche ‘affettive’. La filologia dei testi letterari classici (soprattutto, ma non solo, quella relativa agli auctores che più hanno influenzato i CLE: gli scenici ed Ennio epico in età repubblicana, Virgilio, gli elegiaci e Ovidio, Lucano, Marziale, Stazio e gli epici d’età flavia in epoca imperiale) può molto guadagnare dall’analisi di questi testi, se essi sono così interpretati. Chiudono il primo tomo la bibliografia e un index locorum, mentre nel secondo è previsto anche un index rerum.
79) A. M. Morelli, Ginnasio e atletica nella filosofia di Cicerone, in “Trame” IV, 2020, pp. 99-113.
The philosophical question concerning gymnasium education and athletic culture in the Greek world (with the connected problem of nudity, characteristic of both areas) was unavoidable for Cicero, if he wanted to propose a moral and political philosophy modeled on social and ideological needs of the ruling classes of Rome. He looks with extreme suspicion at the gymnasium in Greece: in passages like Tusc. 4,70-71 (if analyzed in their context) the polemic against the Stoic doctrine of amor amicitiae turns into the condemnation of an educational project, indeed, of an entire civilization in its paideutic practices. In Cicero’s meaning, there is a radical foreignness between Greek and Roman culture on this point: the purpose is to exclude not only any idea of telos but also any ‘erotics of friendship’ from his philosophical discourse on amicitia; the body, its care, its beauty, its social effects simply disappear from this horizon. Many scholars mean that there is a less negative attitude to athletic competitions, but passages such as Tusc. 2.62 and Off.1.144 propose the paradigm of the athlete, of his virtue and resistance to pain and fatigue in the same way as it is done with gladiators or actors. It is a spectaculum virtutis, a ‘staging’ of moral values that can be easily deployed as an exemplum; all this, however, does not attenuate the attitude of haughtiness or even contempt for such forms of entertainment, which are exemplary only ex minore, if compared to the ‘true’, civil virtus.
80) A. M. Morelli, Stazio, Dante, e il senso dell’eredità culturale. Una lettura del personaggio di Stazio in Purg. XXI, in “Annali online dell’Università di Ferrara, Sezione di Lettere” XV, 2020, pp. 23-42 (una versione più breve anche in Profanazioni dantesche, a cura di Fausto Pellecchia, Roma, Aracne, 2022, con il titolo Il canto XXI del Purgatorio. Stazio, Dante, e il senso dell’eredità culturale, pp. 189-208).
It is the revised and up-to-dated text of a conference held at Cassino on November 2013. Starting from a lectura Dantis of the XXI canto of Purgatorio, Statius’ presence in the Middle Ages is investigated, in order to define the meaning of his ‘fidelity’ to Vergil in Dante’s poem. Dante’s text still openly invites the modern reader to a ‘sweet betrayal’ of the cultural tradition of the past: Statius enucleates from the forth Eclogue of his beloved Vergil an element which is totally foreign to it (wiz. the announcement of the nativity of Christ), and saves himself by ‘actualizing’ the literary tradition in a radically new perspective. Statius knows well that those new meanings were completely unknown to Vergil (and to past generations), but he continues with great humanness to remain faithful to his great master and model of poetry, despite having achieved something (salvation) that is denied to Vergil. The past holds in itself the potential for salvation, but this is released only in a far and unknown future. Even in the otherworldly realm of the Commedia, Benjamin’s Rettung der Vergangenheit is only partially accomplished: Vergil remains in the limbo of the unsaved. The embarrassed and almost comic game of glances at the end of the XXI canto hides and at the same time reveals the melancholy of all that is forever lost, in the past, in the violence of history and in the mystery of human condition.
81) A. M. Morelli, Cum dignitate venustas. Eros coniugale e rielaborazione degli auctores classici in Ausonio, in L. Galli Milić, A. Stoehr-Monjou (éd. par), Au-delà de l’épithalame. Le mariage dans la littérature latine (IIIe s. av. – VIe s. ap. J.-C.), Turnhout, Brepols, 2021, pp. 359-380;
Viene preso in esame il problema del rapporto che Ausonio intrattenne con i modelli poetici classici nell’elaborazione, attraverso la sua intera opera poetica, di un modello di eros coniugale variegato e complesso, ma tutt’altro che privo di elementi di continuità e di coerenza. Particolare attenzione è dedicata agli Epigrammata, ai Parentalia e al Cento nuptialis. Ausonio, in una sorta di ‘storia esemplare’ del suo stesso rapporto coniugale che va da Epigr. 20 attraverso Epigr. 27-29 fino a Parent. 9, recupera sostanzialmente aspetti differenti dei medesimi modelli letterari (che, Virgilio a parte, vanno dalla commedia arcaica a Catullo, all’elegia, ai grandi poeti di nugae epigrammatiche e di silvae d’età flavia, Marziale e Stazio), con un gusto costante per l’allusione ‘contestuale’ e spesso straniante a più di un auctor e di un’opera, che vengono lasciati interagire nel microcontesto poetico. Con l’esibita elegizzazione del rapporto con Sabina che si attua nel corso di Epigr. 20 si ‘correggono’ gli effetti dell’allusione incipitaria a Catull. 5 (v. 1 uxor vivamus ceu viximus); mentre d’altro canto la poesia funeraria e i ritratti esemplari di spose nei Parentalia (cfr. Parent. 2, 5, 16, 19, 23, 25 etc.) forniscono nuova contestualizzazione a topoi elegiaci (cfr. ad es. Parent. 9,15 muta domus silet et torus alget). I richiami all’eros nuziale, in particolare alla prima notte di nozze (spesso dislocati nei più disparati contesti di genere: eloquente Parent. 16,15-16: hic ubi primus hymen, sedes ibi maesta sepulcri, / nupta magis dici quam tumulata potes), punteggiano l’intera opera.
82) A. M. Morelli, recensione al volume di John Kevin Newman, Catullus as Love Poet, Nordhausen, Traugott Bautz, 2018, in “Athenaeum” CIX, 2021, pp. 707-712;
83) A.M. Morelli, Il cod. Bern. 363 e la costituzione del testo delle Metamorfosi di Ovidio. Una ricognizione e tre casi esemplari, in Mira varietas lectionum, a cura di R. Cantore, F. Montemurro, C. Telesca, Akribos anaginoskein, 2, Potenza, BUP, 2021, pp. 1-20.
The contribution of Bern. 363 to the critical edition of Ovid’s Metamorphoses is fully re-examined; there are several cases in which it preserves (alone or with a few other manuscripts) the genuine text, while elsewhere its interpolations show evidence of a critical work conducted already during Antiquity on Ovid’s text. After a brief description of the manuscript as a whole and an analysis of the textual variants concerning the Metamorphoses, three case studies are examined: 1) Ov. Met. I 36 read diffudit (diffundit Bern. 363, diffundi Tarrant); 2) Ov. Met. I 59 read rotat ... flamina (rotat ... fulmina Bern. 363, regant ... flamina Tarrant); 3) Ov. Met. I 173 read hac fronte (hac parte Bern. 363, prob. Tarrant).
84) A. M. Morelli, recensione al volume di Licinia Ricottilli (a cura di), Modalità della comunicazione in Roma antica, Bologna, Pàtron Editore, 2018, in “Eikasmós” XXXIII, 2022, pp. 407-414.
85) A. M. Morelli, Catulle carm. 16, Martial et la poétique des vers et des livres ‘sexués’ : les ressources rhétoriques de l’allégorie et de la similitude, in F. Garambois-Vasquez, D. Vallat (éd. par), Stylistique et poétique de l’épigramme latine. Nouvelles études, Actes du Colloque, Saint Étienne – Lyon, 16-17 mai 2019, Lyon, Maison de l’Orient et de la Méditerranée – Jean Pouilloux, 2022, pp. 51-69;
L’articolo tratta delle differenti strategie retoriche in Catullo 16 e in Marziale per la definizione della loro poetica dei versi e dei libri quasi personificati e ‘sessuati’ (a proposito del carme 16 vengono forniti nuovi elementi per l’interpretazione dei vv. 9-11 fornita dall’autore in “MD” LXXIX, 2017, pp. 171-186): se in Catullo i versiculi sono allegoria del potere di seduzione della poesia (su un pubblico maschile adulto) e della capacità di elegante controllo che su di essi esprime l’ego poetico, in Marziale le varie similitudini in I 35 esprimono piuttosto la ‘teatralizzazione’ dell’azione dei libelli, il loro potere di rappresentazione dei desideri su un pubblico variegato.
There are different rhetorical strategies in Catullus 16 and in Martial (see exp. 1, 4; 1, 35; 11, 16; and 12, 95) in treating the literary motif of sexualized verses and books (new elements are provided for the interpretation of Cat. 16, 9-11). In Catullus the versiculi are an allegory of the seductive power of poetry (on an adult male audience) and of the ego’s ability in controlling its production and sophisticated effects, in Martial the various similes in 1, 35 rather express the ‘theatricalization’ of the action of the libelli, their power in the representation of desires on a varied audience.
86) A.M. Morelli, supervisione scientifica di C. Urlacher-Becht (éd. par), Dictionnaire de l’épigramme littéraire dans l'antiquité grecque et romaine, avec la collaboration de D. Meyer et l’expertise scientifique de K. Gutzwiller, A.M. Morelli et É. Prioux, I-II, Turnhout, Brepols, 2022.
Il sottoscritto ha curato l’expertise scientifica dei lemmi o delle parti di lemma riguardanti l’epigramma latino, dalle origini alla Tarda Antichità; le voci da lui direttamente redatte sono nella sezione in calce all’elenco delle pubblicazioni.
87) A.M. Morelli, Le jeu de mots “cryptographique” dans l’œuvre de Catulle, in E. Wolff (éd. par), Les jeux sur les mots, les lettres et les sons dans les textes latins, Bordeaux, Ausonius, 2023, pp. 45-59.
Su alcune recenti, e discutibili, tendenze nel rinvenire ‘jeux des mots cryptographiques’ all’interno della poesia catulliana, in particolare delle nugae polimetriche (viene esaminato a fondo il caso del c. 5) e degli epigrammata in distici.
88) A.M. Morelli, recensione di G. Liberman (Texte édité et commenté par), Cynthia, Monobiblos de Sextus Properce, Huelva, Publicaciones de la Universidad de Huelva, 2020, in “Latomus” 82, 2023, pp. 186-191.
89) A.M. Morelli, Genere letterario e rappresentazione della donna: il caso di Lesbia nel Liber di Catullo (e oltre), in R. Angelillis, E. Lelli (a cura di), Latino al femminile, Atene, ETP Books, 2023, pp. 91-116.
The image of Lesbia in Catullus' Liber takes on different features according to the various literary genres (polymetrical nugae, elegy, epigram in elegiac couplets) and subgenres (erotic, celebrative or satiric epigrams) attended by the poet. A careful evaluation of the 'genre' codification of the female character makes it possible to appreciate the different linguistic levels and the ever-changing variety of the moments of the relationship between the two lovers. Poems 2, 3, 5, 7, 11, 37, 51, 58, 68b, 72, 79 are analysed in more detail.
90) A.M. Morelli, Dante e la mitopoiesi del personaggio di Stazio nel Purgatorio, in parole, in G. Scafoglio (a cura di), Dante et les poètes latins, en mots et en images, di prossima pubblicazione.
Un’attenta valutazione delle fonti classiche e medievali permette di ricostruire i tratti dell’operazione di ‘mitopoiesi’ di Stazio all’interno del XXI e XXII del Purgatorio, per avvalorarne la funzione di personaggio che prefigura il ruolo di Dante interprete dei testi latini classici.
91) A.M. Morelli, L'architettura del ‘casto’ libro ottavo di Marziale: poetica epigrammatica, tessitura tematica e dispositio carminum, in corso di pubblicazione.

Voci redatte per Dizionari scientifici
Per il Thesaurus linguae Latinae:
1) praevolo, ThlL X 2,7, Stuttgart-Leipzig 1993, cc. 1118,44-1119,11;
2) peracutus, ThlL X 1,8, Stuttgart-Leipzig 1994, cc. 1172,20-1172,57;
3) perangustus, ibid. cc. 1188,12-1188,36;
4) prandeo, ThlL X 2,8, Stuttgart-Leipzig 1995, cc. 1122,24-1124,65;
5) prex, ibid. cc. 1216,31-1223,46;
6) prodo, ThlL X 2,11, Stuttgart-Leipzig 1999, cc. 1619,3-1630,21.
Per il Dictionnaire de l’épigramme littéraire grecque et latine:
1) Catulle, in C. Urlacher-Becht (éd. par), Dictionnaire de l’épigramme littéraire dans l'antiquité grecque et romaine, avec la collaboration de D. Meyer et l’expertise scientifique de K. Gutzwiller, A.M. Morelli et É. Prioux, I, Turnhout, Brepols, 2022, pp. 306-313;
2) Cicéron, Ibid., pp. 327-330;
3) Comédie et mime (partie latine), Ibid., pp. 355-360:
4) Elogium, Ibid., pp. 513-514;
5) Elogia Scipionum (in coll. con B. Larosa), Ibid., 514-516;
6) Ennius, Ibid., pp. 522-524;
7) Gallus, Ibid., pp. 661-664;
8) Épigramme héroïque, Ibid., pp. 717-724;
9) Lepos, Ibid., II, Turnhout, Brepols, 2022, pp. 875-881;
10) Nenia, Ibid., pp. 1060-1062;
11) Épigramme satirique (partie latine), Ibid., pp. 1343-1350.

Ulteriori pubblicazioni
Ha pubblicato una recensione, per pubblico non specialista, di Orazio. Odi, scelte e tradotte da Guido Ceronetti, Milano, Adelphi, 2018, in Alias, supplemento domenicale de il manifesto, 2 settembre 2018. Sempre per pubblico non specialista, ha pubblicato per la rivista di critica letteraria L’immaginazione (309, gennaio-febbraio 2019, pp. 22-23) una recensione del volume di Antonio La Penna Ovidio. Relativismo dei valori e innovazione delle forme, Pisa, Edizioni della Normale, 2018.
Infine, ha pubblicato, su argomenti non strettamente inerenti alla filologia classica:
1) A. M. Morelli, Lo storico nell’ora dell’emergenza. (Un convegno su W. Benjamin), “Rivista di storia della storiografia moderna” XI, 3, 1990, pp. 209-217;
2) A. M. Morelli - A. Ottaviani, Odisseo o il limite dell’illuminismo. Adorno, Horkheimer, la navigazione di Odisseo (e di Bacone), “Homo sapiens” III, 1999, pp. 25-34.
3) A. M. Morelli, Genocidi. Un piccolo pamphlet, “Homo sapiens” V/VI, 2001, pp. 191-205.
4) A. M. Morelli, Il magmatismo / Ars magmatica. Manifesto del Pensiero magmatico (1986-2006) / Tabula rei magmaticae (1986-2006), in Bizhan Bassiri, Incudine, Roma 2006, pp. 69-77 (traduzione in latino del Manifesto del magmatismo di Bizhan Bassiri, con in appendice un intervento, Il magmatismo: quale lingua?, pp. 79-80);
5) A. M. Morelli, La parola: femminicidio. Violenza di genere e coscienza maschile in Italia, Postfazione a A. Sannella, La violenza tra tradizione e digital society. Una riflessione sociologica, Roma, FrancoAngeli, 2017, pp. 115-122.


Ha pubblicato nel numero VIII, 2003, della rivista “Homo sapiens” un poemetto dal titolo Ifito.
Ha pubblicato il volume di poesia I Padri, per Deinotera Editrice (Roma 2014).

Curriculum dell’attività scientifica e didattica
Borse di studio, dottorati di ricerca.
Ha collaborato, nei periodi giugno - ottobre 1991, marzo - ottobre 1993, novembre 1994 - luglio 1995 al Thesaurus linguae Latinae, presso la Bayerische Akademie der Wissenschaften a Monaco di Baviera, valendosi del contributo del C.N.R. (vd. supra l’elenco delle voci curate).
Risultato vincitore all'esame di ammissione al corso di dottorato di ricerca, IV ciclo, in filologia greca e latina, con sede amministrativa in Roma, “La Sapienza”, ha svolto una tesi di dottorato dal titolo Storia dell'epigramma latino di età repubblicana e dal 23/6/1993 è dottore di ricerca. Risultato vincitore, nel 1995, al concorso per una borsa di postdottorato biennale presso l’Università “La Sapienza” di Roma, vi ha rinunciato perché nel frattempo era subentrata la nomina a ricercatore presso l’Università di Cassino.
Concorsi, abilitazioni e attività di docenza scolastica e universitaria.
Il 2/1/1996 è entrato in servizio come ricercatore di letteratura latina (classe L07A, attualmente L-FIL-LET/04 “lingua e letteratura latina”) presso l'Università degli studi di Cassino, Facoltà di Lettere e Filosofia, Dipartimento di filologia e storia, in quanto vincitore di concorso bandito sulla Gazzetta Speciale - 4a serie speciale del 22/1/1994, le cui prove sono state espletate nel giugno 1995. Ha ottenuto conferma nell’agosto del 1999. Nel marzo 2003 è risultato idoneo nelle prove di concorso a professore associato per il settore L-FIL-LET/04, bandito dall’Università degli studi di Foggia e pubblicato sulla G.U. IV Serie Speciale n. 53 del 5/7/2002. Dal 1 marzo 2005 al 31 maggio 2019 è stato professore associato in lingua e letteratura latina (L-FIL-LET/04) presso l’Università degli studi di Cassino (confermato in ruolo dal febbraio 2009); dal 1 giugno 2019 è professore associato presso l'Università degli studi di Ferrara. Tra il gennaio e il luglio del 2011 ha usufruito di un periodo di congedo sabbatico. Nel dicembre 2013 ha conseguito l’abilitazione scientifica nazionale a professore ordinario per la classe 10/D3, Lingua e letteratura latina; l’abilitazione è stata successivamente confermata nel terzo quadrimestre del 2019, commissione ASN 2018-2020.
Ha svolto attività didattica dapprima per brevi periodi di supplenza in licei statali di Roma, negli AA.SS. 1983/4 e 1987/8, come insegnante di materie letterarie, latino e greco (ex classe A072), quindi come insegnante di ruolo, vincitore del concorso bandito con D.M. 23/3/1990, per la classe di concorso ex A069 (materie letterarie e latino nei licei e istituti magistrali) negli AA.SS. dal 1993/4 al 1995/6, il primo anno presso il liceo scientifico “G. Vailati” di Genzano (Roma), in seguito presso il liceo scientifico “Pitagora” di Roma. Nell'ambito del medesimo concorso ha conseguito inoltre (oltre all'abilitazione nell'ex classe di concorso A066, materie letterarie negli istituti d'istruzione secondaria superiore) anche l'abilitazione all'insegnamento per la ex classe A072 (materie letterarie, latino e greco nel liceo classico), rinunciando alla successiva immissione in ruolo nel 1996 perché già dipendente dell'Università degli studi di Cassino.
Dall’A.A. 1995/6 è docente di lingua e letteratura latina per i corsi di laurea e laurea magistrale in lettere o lingue (fino all’A.A. 2000-2001 nel vecchio ordinamento della didattica universitaria, quindi, a cominciare dal 2001/2, nel nuovo), dapprima nell'Università di Cassino, quindi in quella di Ferrara; già prima del 1 giugno 2019 aveva tenuto, presso l’Università degli studi di Ferrara, moduli di insegnamento di lingua, letteratura e filologia latina per corsi di laurea e laurea magistrale durante il secondo semestre dell’A.A. 2018-2019.
Dall’ottobre 2021, è coordinatore del Corso di studi per la laurea triennale in Lettere, arti e archeologia, presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli studi di Ferrara.
Negli anni dal 2000/2001 e 2006/2007 ha tenuto cicli di seminari per il Dottorato di ricerca in Scienze del testo e del libro manoscritto, presso l’Università degli studi di Cassino; ha tenuto poi seminari ed ha svolto attività di tutorato per i successivi corsi di dottorato nel cui Collegio è stato inserito: quello in Digital Humanities for Medieval Studies (D.Hu.M.S.) nel Dipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute nell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale (in collaborazione con la Società Internazionale per lo Studio del Medioevo Latino, S.I.S.M.E.L.); in Literary and Historical Sciences in the Digital Age, del Dipartimento di Lettere e Filosofia, Università di Cassino e del Lazio Meridionale. Dal 2020 è membro del dottorato in Scienze umane dell’Università degli studi di Ferrara. Ha svolto anche attività di co-tutorato per il dottorato in Culture letterarie e filologiche dell’Università di Bologna.
Nel corso dell’anno 2018, in rappresentanza dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, ha svolto attività di coordinamento, di progettazione e di preparazione dei test di lingua per la ‘Certificazione Linguistica del Latino nel Lazio’, insieme a rappresentanti degli altri Atenei pubblici del Lazio, a docenti dei licei statali della Regione e a funzionari dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio; dal dicembre 2019 svolge attività consimili nella regione Emilia-Romagna.

Organizzazione e partecipazione a convegni e seminari, direzione e partecipazione a comitati scientifici di riviste e collane di testi; collaborazione a progetti di ricerca.
Ha organizzato il convegno internazionale ‘Epigramma longum. Storia di una tipologia epigrammatica da Marziale alla tarda antichità / From Martial to Late Antiquity’, tenutosi a Cassino, Università degli studi, dal 29 al 31 maggio 2006, con il patrocinio del Dipartimento di filologia e storia: ha partecipato con una sua relazione al convegno e curato l'edizione dei relativi Atti. Ha organizzato il convegno internazionale ‘Lepos e mores. Una giornata su Catullo’, tenuto a Cassino, Università degli studi, il 27 maggio 2010, con il patrocinio del Dipartimento di Antichità, Medioevo e Territorio: ha partecipato con una sua relazione e ha curato l’edizione degli Atti. È organizzatore, insieme ad Alessandra Sannella e a Micaela Latini, del convegno internazionale ‘La grammatica della violenza / The grammar of violence’, Cassino, Università degli studi di Cassino e del Lazio Meridionale, 24 novembre 2016 (ha curato anche il seminario preparatorio ‘L’archeologia della violenza’ che ha avuto luogo a Cassino il 3 novembre 2016). È stato relatore ai convegni ‘Epigramma ed elegia d'amore, Terze giornate F. Della Corte’ (Genova, ottobre 2002); ‘La poesia griega y latina en fragmentos’ (Murcia, Spagna, novembre 2002); al ‘Langford Seminar Fall 2003 - Greek and Roman Epigram’, University of Florida, Tallahassee, novembre 2003; al convegno sull'epigramma greco-latino ‘Pochi versi dai molti usi’, Firenze, Delegazione dell'AICC, marzo 2005; al convegno ‘Interpretazioni virgiliane antiche e moderne’, Trieste, 13-14 giugno 2007; al convegno ‘L’épigramme dans tous ses états : épigraphiques, littéraires, historiques’, Lyon, ENS, 3-4 juin 2010; al convegno ‘La fabrique de l’épigramme dans l’Antiquité tardive’, Mulhouse, 6-7 octobre 2011; al convegno ‘Incontro su Catullo, in ricordo di Alessandro Ronconi a trent’anni dalla morte’, Firenze, Delegazione dell’AICC, 15 aprile 2013; al convegno ‘I generi letterari nell’età dei Flavi. Canoni, trasformazioni, ricezione’, Torino, 18-19 settembre 2013; al convegno ‘Poesia latina in frammenti’, Bologna, 23 aprile 2014; al convegno ‘Giornata sull'epigramma scommatico’, organizzato dalla sezione AICC di Firenze ‘Rosa Lamacchia’, Firenze, 6 maggio 2014; al seminario ‘L’epigramma e i suoi dintorni’, Venezia, 21-22 maggio 2015; al convegno internazionale ‘La rhétorique du petit dans l’épigramme grecque et latine de l’époque hellénistique à l’Antiquité tardive’, Strasburgo, 26-27 maggio 2015; al convegno internazionale ‘Ausone en 2015 : bilan et nouvelles perspectives’, Paris-Nanterre, 8-9 ottobre 2015; al panel ‘Epigraphic Echoes in Epigrams’ (coordinato da Marion Lamé) nell’ambito dell’‘International Conference on Digital and Traditional Epigraphy’, Europeana, EAGLE Project, Roma, 27-29 gennaio 2016; al convegno ‘Ricordando Vincenzo Tandoi’, Università di Pisa, 9-10 maggio 2016; al XIII Convegno ‘Le epigrafi della Valle di Comino’, Atina, 28 maggio 2016; al convegno SELAT Otium et negotium. El legado de Roma, León, Spagna, 28 giugno-2 luglio 2016; al seminario ‘L’epigramma scoptico’, Viterbo, Università della Tuscia, 6 dicembre 2016; al convegno internazionale ‘Letteratura e società nella cultura romana imperiale’, Siena, 23-24 febbraio 2017; al XIV Convegno ‘Le epigrafi della Valle di Comino’, Atina, 27-28 maggio 2017; al convegno internazionale ‘Au-delà de l’épithalame : le mariage dans la littérature latine’, Vandœuvres-Genève, 16-18 novembre 2017; al XV Convegno ‘Le epigrafi della Valle di Comino’, Atina, 2 giugno 2018; al convegno internazionale ‘Martial et l’épigramme satirique. Intentions, thèmes et style’, Lyon, Université de Lyon II, 18-19 ottobre 2018 ; al convegno ‘Stylistique de l’épigramme latine’, Saint Étienne – Lyon, 16-17 maggio 2019 ; al convegno ‘Les jeux sur les mots, les lettres et les sons dans les textes latins’, Paris-Nanterre, 14-15 ottobre 2021; al seminario internazionale della rete CARMEN (Communal Art – Reconceptualizing Metrical Epigraphy Network), ‘Editing Texts of the Ancient World’, Sevilla, 2-3 novembre 2021; al convegno ‘Dante et les poètes latins, en mots et en images’, Nice, 20-22 ottobre 2022; al convegno ‘Poetica Spolia. Il reimpiego del testo dei poeti nei generi letterari della tarda latinità’, 27-28 ottobre 2022, Napoli, Università ‘Federico II’ (per la presentazione del libro in onore di Marisa Squillante, Dissona nexio, a cura di R. Valenti e C. Longobardi, Bari 2020) ; al convegno ‘Giornata Mondiale del latino – Latino al femminile’, Roma, 14 aprile 2023 ; al convegno ‘Le molte strade del tradurre’, Firenze, 24 maggio 2023; al convegno ‘Empire and Form’, Lubiana, Slovenia, 29-30 settembre 2023; al convegno 'Masculin-Féminin en poésie latine', Saint-Étienne - Lyon, 19-20 ottobre 2023; al convegno ‘Tradizione e nuovi auctores della Tarda Antichità’, Napoli, Università Federico II, 26-27 ottobre 2023.
Ha tenuto un ciclo di lezioni sull’epigramma antico presso l'XI Seminario di Alta Cultura a Sassoferrato (‘L’epigramma dall'antichità all'Umanesimo’), nel giugno-luglio 2000, organizzato dall'Istituto internazionale di Studi Piceni. Ha tenuto cicli di seminari per studenti e dottorandi presso la Facultad de Artes y Letras dell'Università de La Habana (Cuba, febbraio 2001). È stato professeur invité presso l’École Normale Supérieure di Parigi (ove ha tenuto un ciclo di quattro conferenze sulla storia dell’epigramma latino) dal 15 gennaio al 13 febbraio 2022; ha tenuto la Lectura Catulli Parmensis II (29 novembre 2022), su Il tema della domus nel carme 68 di Catullo e un vexatissimus locus (Catull. 68,159). Ha tenuto seminari presso le Università di Urbino (1990), Roma ‘La Sapienza’ (1991, 1997, 1998, 2001, 2008, 2014), Potenza (2002, 2015), City University of New York (2003), Calabria (2004), Siena-Arezzo (2007), Salamanca (2008), Bologna (2009, 2019), Napoli ‘Federico II’ (2013), Salerno (2013), Tuscia (2014, 2015), Università della Campania ‘Luigi Vanvitelli’ (2017, 2018), Parma (2018), Pavia (2019), Roma II Tor Vergata (2023) e inoltre presso la sezione della Società ‘Dante Alighieri’ di La Habana, Cuba (2001), presso l’AICC, Delegazioni di Firenze (2001, 2002, 2012, 2019) e di Roma (2007), presso il Collegio ‘Ghislieri’ di Pavia (2017), presso la fondazione ‘Umberto Mastroianni’ di Arpino (convegno ‘Cicerone e il diritto di cittadinanza’, 16 aprile 2018), presso l’associazione ‘Genesi’ ad Alvito (17 marzo 2019, convegno ‘Donne sulla linea del tempo’), presso il Liceo classico ‘T. Tasso’ di Roma (convegno ‘Epistemai 2018-2019’, IV edizione, ‘Il linguaggio dell’eros’, 22 marzo 2019), presso il Liceo ‘A. Volta’ di Colle Val d’Elsa (29 marzo 2019), presso il Liceo-Ginnasio ‘U. Foscolo’ di Albano Laziale (30 maggio 2019, 2a rassegna di teatro antico, teatro ‘Alba Radians’, Albano Laziale); presso i licei ‘G. Carducci’, ‘Ariosto’ e ‘A. Roiti’ di Ferrara (2020, 2022, 2023) in attività di terza missione.
Ha fatto parte, per il periodo 1989-1992, del Comitato di redazione del ‘Bollettino Corrente di Storia della Storiografia e degli Studi Umanistici’, pubblicato in supplemento alla ‘Rivista di Storia della Storiografia Moderna’, Giardini editori, Pisa, curando la sezione relativa alla letteratura secondaria sulla storiografia greco-romana. In dettaglio, ha curato:
1) la redazione della parte relativa alla storiografia antica nel ‘Bollettino corrente di storia della storiografia e degli studi umanistici’ I, 1987-1988, supplemento bibliografico annuale della ‘Rivista di storia della storiografia moderna’, pp. 54-71;
2) la redazione della parte relativa alla storiografia antica nel ‘Bollettino corrente di storia della storiografia e degli studi umanistici’ III, 1989-1990, supplemento bibliografico annuale della ‘Rivista di storia della storiografia moderna’, pp. 49-59 (spoglio bibliografico e redazione dei lemmi riguardanti le riviste specificate a p. 8);
3) la redazione della parte relativa alla storiografia antica nel ‘Bollettino corrente di storia della storiografia e degli studi umanistici’ IV, 1990-1991, supplemento bibliografico annuale della ‘Rivista di storia della storiografia moderna’, pp. 56-72 (spoglio bibliografico e redazione dei lemmi riguardanti le riviste specificate a p. 8);
Fa parte del Comitato scientifico delle riviste ‘Segno e testo’, di ‘Rationes rerum’ e di ‘Paideia’. Dirige la collana di studi e testi greci e latini ‘Il Carro di Medea’, ISSN 2724-234X, per la casa editrice ‘Deinotera’ di Roma (il volume nr. 1, Metafore e lessico della relegazione. Studio sulle opere ovidiane dal Ponto, di Carlo Di Giovine, è stato pubblicato nel 2020; nel volume, è autore della ‘Prefazione’ alle pp. 11-13). È membro del comitato scientifico della Collana ‘Classici greci e latini’ della Casa editrice Rusconi, diretta da Anna Giordano Rampioni.
Ha fatto parte, per il periodo 1995-2004, del Comitato di redazione della rivista ‘Homo sapiens’.
Ha collaborato al gruppo cassinese (coordinato dal prof. Ignazio Tantillo) dell’‘Epigraphic Database Roma’; è responsabile, insieme a Évelyne Prioux e Kathryn Gutzwiller, dell’expertise scientifica del Dictionnaire analytique de l'épigramme littéraire dans l’Antiquité grecque et romaine (a cura di Doris Meyer e Céline Urlacher-Becht, su coordinamento dell’Università di Strasburgo); è autore anche di numerose voci per il medesimo Dictionnaire. Collabora inoltre al Dictionnaire des images métapoétiques, a cura di Jean-Philippe Guez, Florence Klein, Jocelyne Peigney ed Évelyne Prioux. È stato membro del progetto di ricerca ‘Literatura Latina OnLine’ (LLOL), nel gruppo di ricerca LITTERA coordinato da José Velaza Frías, dell’Università di Barcellona. È referee permanente del ‘Centro Studi Catulliani’ dell’Università di Parma. Redige giudizi di referee per ‘Athenaeum’, ‘Paideia’, ‘Rivista di filologia e d’istruzione classica’, ‘Ciceroniana online’, ‘Pan’, ‘Acme’, Materiali e discussioni per l’analisi dei testi classici’ e per altre riviste scientifiche.
Ha partecipato come membro scientifico ai PRIN 1998 (coordinatore Mario De Nonno, responsabile Università di Cassino Paolo De Paolis, prot. 9810A79774_003: ‘Edizione di testi ortografici latini e catalogazione di manoscritti grammaticali latini’); 1999 (coordinamento Oronzo Pecere, Università di Cassino, prot. 9910072384_001: ‘Le Declamazioni maggiori dello Pseudo-Quintiliano. Revisione testuale, edizioni commentate e studi’); 2001 (coordinamento Antonio Stramaglia, Università di Cassino, prot. 2001102594_001: ‘Le Declamazioni maggiori dello Pseudo-Quintiliano. Revisione testuale, edizioni commentate e studi’); 2005 (coordinamento Oronzo Pecere, Università di Cassino, prot. 2005105337_001: ‘Le Declamazioni maggiori dello Pseudo-Quintiliano. Revisione testuale, edizioni commentate e studi’); 2007 (coordinamento Oronzo Pecere, Università di Cassino, prot. 20074STN28_001: ‘Le Declamazioni maggiori dello Pseudo-Quintiliano. Revisione testuale, edizioni commentate e studi’); 2010-2011 (coordinamento scientifico Silvia Maria Marengo, responsabile Università di Cassino Ignazio Tantillo, prot. 2010TL53HB_009: ‘Colonie e municipi dell'Italia romana nell'era digitale: fra storia locale e storia generale. L'apporto delle nuove tecnologie di archiviazione e gestione dei dati epigrafici allo studio delle città, intese come elemento fondante della civiltà romana’); 2017 (coordinamento Lucio Del Corso, Università degli studi di Cassino e del Lazio Meridionale, prot. 2017F9P9XB_001, settore ERC SH5, durata 36 mesi, ‘Greek and Latin Literary Papyri from Graeco-Roman and Late Antique Fayum (4th BC – 7th AD): Texts, Contexts, Readers’).
È stato membro del Laboratorio di ricerche storiche e archeologiche dell’antichità (LARSARA), dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, negli anni 2015-2019. Dal luglio 2021, è referente di Ateneo della ‘Rete Universitaria per la Pace (RUNIPace)’. Dal 2023, coordina insieme a Giuseppe Scandurra il ‘Laboratorio per la Pace – Ferrara’ dell’Università degli studi di Ferrara – RUNIPace, con il quale ha organizzato il convegno ‘L’Europa per la Pace’, Ferrara, 10 maggio 2023 e molte altre iniziative di III missione.

Bologna, 31 dicembre 2023




Alfredo Mario Morelli