Ambiti di Ricerca

- RICERCA -


 

Principali campi di interesse ed attività di ricerca

A partire dal 2001 ho collaborato ad alcuni filoni di ricerca nell’ambito del Laboratorio di Psicologia Sociale (Psysocial LAB) del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Ferrara.
I principali filoni di ricerca in cui sono stata e sono attualmente impegnata riguardano principalmente:

1)Pregiudizio e discriminazione nei confronti di differenti gruppi minoritari

2)Aspetti del benessere personale e sociale in diversi contesti di vita

1) Circa la prima linea di ricerca (Pregiudizio e discriminazione nei confronti di differenti gruppi minoritari), tramite alcuni studi che impiegano differenti tecniche d’indagine, misure innovative implicite di pregiudizio, ho precisato i contenuti e le articolazioni del pregiudizio e della discriminazione verso una categoria socialmente stigmatizzata: le prostitute. Ho focalizzato l’attenzione su questo outgroup in quanto minoranza che per professione esercitata e stile di vita adottato è oggetto di consistenti livelli di stigmatizzazione ed anche perché gruppo sociale scarsamente studiato in psicologia sociale. In un primo studio (in collaborazione con la Prof.ssa M.Ravenna) ho indagato come soggetti giovani-adulti, differenziati in base all’ideologia politica, percepiscono quattro diverse minoranze (prostitute, transessuali, tossicodipendenti e Musulmani) in termini di tratti stereotipici, emozioni ed atteggiamenti pregiudizievoli. I principali risultati mostrano il prevalere nei confronti dei quattro gruppi di tratti stereotipici negativi, emozioni positive e forme di pregiudizio sottile. Inoltre i soggetti di centro destra oltre ad evidenziare un’immagine stereotipica ed emozioni più negative verso le minoranze, sono apparsi i più pregiudizievoli. Sono emerse infine percezioni diversificate a proposito dei quattro gruppi, ove le prostitute si collocano su posizioni intermedie rispetto agli outgroup valutati più positivamente (transessuali) e quelli verso cui sono espressi livelli più consistenti di pregiudizio manifesto e sottile (tossicodipendenti e Musulmani).
Successivamente ho esaminato l’interazione tra linguaggio e processi di pregiudizio, sia a livello implicito che esplicito. Tramite un secondo studio (in collaborazione con la Prof.ssa M.Rubini e Prof.ssa M.Ravenna) ho infatti analizzato la negazione del concetto di persona e la sua esclusione della comunità umana, attraverso gli insulti verbali, una misura innovativa della discriminazione sociale in grado di far emergere ciò che è vicino e lontano dalla categoria di persona. L’ipotesi avanzata in questo studio è che gli insulti verbali veicolino concezioni “sub-umane” delle prostitute in confronto alla categoria delle ragazze. Le evidenze raccolte mostrano che le “prostitute” sono maggiormente insultate, rispetto alle ragazze, attraverso l’attribuzione di caratteristiche sub-umane o animali e di comportamenti sessuali esagerati (esclusione dalla comunità umana), mentre le “ragazze” vengono prevalentemente ammonite, oppure le offese loro dirette riguardano in prevalenza la “debolezza” delle loro abilità intellettuali (inclusione dalla comunità umana).
Sempre in rapporto alla relazione tra linguaggio e processi di pregiudizio, ho investigato (in collaborazione con la Prof.ssa M.Rubini e Prof.ssa M.Ravenna), secondo modalità implicite ed indirette, i comportamenti discriminatori veicolati dal linguaggio nei confronti di differenti ruoli (prostitute, clienti, fidanzato e fidanzata) e relazioni uomo-donna (prostitute/cliente e fidanzatati). I principali risultati evidenziano che il linguaggio veicola una percezione che varia in funzione delle caratteristiche dei target e che tale variazione si esprime in comportamenti discriminatori verso la prostituta, il cliente e la loro relazione reciproca e di favoritismo verso la ragazza, il ragazzo e la loro relazione.
Nell’ambito di questa linea di ricerca, sto attualmente collaborando ad una indagine cofinanziata dal Miur (2006-2007; Responsabile scientifico, Prof.ssa Marcella Ravenna), finalizzata a verificare, tramite differenti indagini, come una popolazione di giovani e adulti italiani percepisce i membri di due minoranze religiose: Ebrei e Musulmani. Nello specifico sono stati approfonditi sia i contenuti della percezione sociale degli Ebrei in rapporto a specifici contesti di relazioni intergruppi, sia gli atteggiamenti espressi verso tale minoranza. Tramite una procedura classica di confronto sociale ingroup/outgroup, sono stati messi a fuoco le idee/pensieri liberamente evocati e le emozioni nei confronti degli Ebrei presentati come minoranza attiva (in Italia), vittima (nella Shoah) e come minoranza che si è fatta maggioranza (in Israele). I risultati mostrano che, mentre Ebrei in Italia evoca un’immagine articolata e tendenzialmente positiva, quella riferita ad Ebrei nella Shoah risulta meno articolata ed altamente ambivalente. Ancor meno articolata e moderatamente ambivalente è risultata poi la rappresentazione dello stimolo Ebrei in Israele. Per quanto concerne gli atteggiamenti è emerso che nei confronti degli Ebrei sono espressi livelli più elevati di pregiudizio sottile che manifesto e livelli intermedi di essenzialismo. Atteggiamenti più pregiudizievoli si sono rilevati soprattutto in rapporto allo scenario “Ebrei in Israele” e da parte dei soggetti di destra. Tramite un ulteriore studio, ove abbiamo impiegato misure implicite ed esplicite di pregiudizio e di percezione sociale, si è risposto al quesito: “Chi è etnocentrico, è anche ugualmente pregiudizievole nei confronti dei Musulmani e degli Ebrei?”. I dati di tale indagine sono in fase di elaborazione.
I miei interessi di ricerca sono tuttora rivolti ad approfondire l’analisi dell’interazione tra linguaggio ed atteggiamenti pregiudizievoli. In alcuni studi (in collaborazione con il Prof. J.A.Pérez e la Prof.ssa M.Ravenna) ho infatti esaminato i costrutti dell’ontologizzazione e della deumanizzazione, connessi agli atteggiamenti pregiudizievoli, sia a livello implicito che esplicito. Nello specifico, ho verificato, tramite misure dirette ed indirette di pregiudizio, come il concetto di natura umana sia attribuito nella percezione interpersonale ed intergruppi.

2) Passando al secondo filone di ricerca (Aspetti del benessere personale e sociale in differenti contesti di vita) ho collaborato alla realizzazione di differenti indagini cofinanziate dal Miur e dalla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Ferrara (Responsabile scientifico Prof.ssa Marcella Ravenna) volte ad indagare: 2a) i processi di socializzazione in età adolescenziale; 2b) la qualità delle relazioni in ambito scolastico; 2c) la permanenza protratta nei cicli di studi universitari; 2d) la qualità delle relazioni in ambito lavorativo e il loro impatto sul benessere personale e sociale di donne lavoratrici; e) i comportamenti discriminatori linguistici e gli atteggiamenti sessisti espressi verso donne militari nell'ambito delle forze armate italiane.

a) Circa il contributo dei contesti di socializzazione –famiglia, scuola, gruppo di coetanei- nello sviluppo del concetto di sé e della capacità di elaborare progetti per il futuro in soggetti adolescenti, abbiamo rilevato (in collaborazione con il Prof. A.Palmonari, Prof.ssa M.Rubini, Prof.ssa M.Ravenna e Dott.ssa S.Moscatelli), in una popolazione di preadolescenti ed adolescenti, che col crescere dell’età la dimensione relazionale ritorna ad essere cruciale. Un dato ancor più interessante è che tali giudizi, sia pure auto-riportati, non riguardano direttamente se stessi, ma la relazione tra sé ed il rapporto con le due figure più significative dell’età dello sviluppo, ossia le figure genitoriali.

b)Un quadro di evidenze relativamente simile è emerso anche in relazione agli insegnanti. Circa la qualità delle relazioni in ambito scolastico, abbiamo indagato (in collaborazione con Prof.ssa M.Ravenna) alcuni aspetti della relazioni tra insegnanti e studenti secondo la prospettiva dei primi. Attraverso un approccio concettuale innovativo abbiamo verificato quanto la percezione, le valutazioni ed i comportamenti degli insegnanti verso i propri studenti sono organizzati su criteri indicativi di connessione/inclusione (livello interpersonale) vs. distanza/esclusione (livello intergruppi). I principali risultati mostrano che se la percezione positiva degli studenti predice comportamenti di inclusione, quella negativa predice invece l’esclusione.

c)Lo studio dei fenomeni di permanenza protratta nei cicli di studio universitari in studenti fuoricorso di una Facoltà umanistica (in collaborazione con Prof.ssa M.Ravenna), ha permesso di rilevare come i fattori che maggiormente ostacolano la conclusione in corso degli studi universitari siano soprattutto di tipo esterno (difficoltà organizzativo-informative nel rapporto con l’università, problemi di incompatibilità fra lavoro e studio) che si diversificano però notevolmente in rapporto alle caratteristiche degli studenti. Tali risultati hanno messo pertanto in luce la necessità di azioni orientative mirate e non episodiche che incentivino la frequenza e gli scambi tra pari e segnalino i rischi di dispersione connessi al coinvolgimento in attività lavorative e ad un’inefficace assunzione del ruolo di studente.

d) A proposito della qualità delle relazioni in ambito lavorativo abbiamo rilevato (in collaborazione con Prof.ssa M.Ravenna) che la percezione di interdipendenza è l’elemento che meglio predice, in un campione di donne lavoratrici, la soddisfazione di sé in termini di autostima collettiva e personale.

e)In uno studio (in collaborazione con Prof.ssa M.Ravenna), tuttora in fase di realizzazione, intendiamo invece verificare, tramite misure implicite di discriminazione linguistica e di pregiudizio, gli atteggiamenti dei militari maschi nei confronti delle donne che operano nelle forze armate. Il carattere innovativo di questa ricerca consiste soprattutto nel fatto che essa studia aspetti della relazione uomo-donna, in contesti strutturalmente gerarchici e tradizionalmente maschili, ove la presenza delle donne è prevista da pochi anni con quote inferiori a quelle degli uomini.


Partecipazione a progetti di ricerca scientifica di interesse locale e nazionale

2001/2002
Processi di socializzazione in età adolescenziale: l’influenza delle relazioni familiari, scolastiche e con i coetanei sulla ridefinizione del concetto di sé, Responsabile scientifico dell’Unità di ricerca, Prof. Augusto Palmonari- Università di Bologna, Coordinatore scientifico del Programma di ricerca, Prof. Loredana Sciolla, Università di Torino. Prot. 2001148215_002 (Miur-40%)

2002/2003
- Qualità delle relazioni interpersonali in ambienti lavorativi. Studio sul benessere personale e sociale in donne lavoratrici, nel quadro della Convenzione fra Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Ferrara e sindacato Ostetriche Italiane (delibera del Consiglio di Dipartimento del 29-01-03). Responsabile Scientifico- Prof. Marcella Ravenna

- Fenomeni di inclusione/esclusione morale in contesti scolastici. Unità di Ricerca dell’Università di Ferrara – Responsabile Scientifico Prof. Marcella Ravenna, Coordinatore Scientifico del Programma, Prof. Francesca Emiliani, Università di Bologna, Prot. 2002115814_004 (Miur-40%)

- Caratteristiche e aspetti dell’esperienza di sé in una popolazione di studenti fuoricorso – Nel quadro del Progetto “Incentivazione alla frequenza e recupero degli studenti fuoricorso” Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Ferrara – Responsabile Scientifico – Prof. Marcella Ravenna

2005/2006
Misure innovative della discriminazione sociale verso l’outgroup delle “prostitute”: Italia e Spagna a confronto, nel quadro dell’Azione Integrata Italia-Spagna (IT2327). Le istituzioni coinvolte in tale azione sono l’Università degli Studi di Bologna, Dipartimento di Scienze dell’Educazione (Responsabile Scientifico: Prof. Augusto Palmonari) e l’Università degli Studi di Valencia, Facoltà di Psicologia (Responsabile Scientifico: Prof. Juan Antonio Pérez)

2005
- Azione rivolta a ridurre il numero di studenti fuori corso della Facoltà di Lettere e Filosofia – Nel quadro del Progetto “Recupero degli studenti fuoricorso” Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Ferrara – Responsabile Scientifico – Prof. Marcella Ravenna

- Pregiudizio e discriminazione nei confronti di due minoranze religiose. Unità di Ricerca dell’Università di Ferrara – Responsabile Scientifico Prof. Marcella Ravenna, Coordinatore Scientifico del Programma, Prof. Augusto Palmonari, Università di Bologna, Prot. prot. 2005112780 (PRIN)

2006
- Misure innovative di discriminazione sociale: studio su due sottocategorie di donne, Responsabile della Ricerca: Prof.ssa Marcella Ravenna, Università di Ferrara (FAR I livello)

- Linee di ricerca sperimentale in psicologia sociale e dello sviluppo: Linea a) Discriminazione linguistica come misura implicita di pregiudizio verso mem-bri dell'ingroup e dell'out-group Linea b) Una nuova metodologia computerizzata e non-invasiva per la registrazione e l'analisi dello startle spontaneo e provocato nel neonato a termine e pretermine. Responsabile della Ricerca: Prof.ssa Marcella Ravenna, Università di Ferrara (FAR II livello)

2007
- Percezione delle donne militari nell'ambito delle forze armate italiane Responsabile della Ricerca Prof.ssa Marcella Ravenna, Università di Ferrara (FAR)

Atteggiamenti anti-israeliani e antisemiti nelle rappresentazioni degli Italiani e della stampa . Unità di Ricerca  dell’Università di Ferrara – Responsabile Scientifico Prof. Marcella Ravenna, Coordinatore Scientifico del Programma, Prof. Augusto Palmonari, Università di Bologna, Prot. prot. 2007PJYAKF_004  (PRIN)


 

 

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