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Progetto di ricerca per il FAR 2010 - Abstract: “La politica di coesione dell’U.E. e la strategia Europa 2020” 1. Obiettivi e contenuto del progetto In occasione del Consiglio europeo che si è svolto a Bruxelles a metà giugno del 2010, i leader europei hanno adottato la nuova strategia decennale per l'occupazione e la crescita, denominata “Europa 2020”, la quale – oltre a promuovere la realizzazione di riforme strutturali da parte degli Stati membri – comporterà anche una rivisitazione del ruolo e della collocazione dell’attuale politica di coesione economica, sociale e territoriale nell’ambito delle politiche comunitarie a partire dal 2013. D’altro canto, ancora una volta l’Italia si dimostra un paese con una capacità di realizzazione dei progetti di sviluppo cofinanziati dall’U.E., mediante i fondi strutturali, molto limitata: alla fine del 2009, infatti, erano stati impegnati solo 10 mld. di euro, rispetto ai 60 in programma per il settennio 2007-2013, e ne erano stati pagati ancora meno, cioè circa 4,6 mld. che costituisce un ammontare inferiore a un decimo della complessiva disponibilità finanziaria. Alla luce di tali esiti e dei connessi elementi di valutazione critica pare del tutto opportuno svolgere un progetto di ricerca, di durata pluriennale, con il quale perseguire i seguenti obiettivi: a) verificare dalla metà del periodo in poi l’effettiva attuazione della politica di coesione economica, sociale e territoriale nel periodo di programmazione 2007-2013, a livello nazionale e regionale, nonché le prospettive di realizzazione che si presentano per la seconda parte del periodo; b) definire in modo chiaro ed univoco l’effettivo impatto che produrrà l’adozione e il perseguimento della strategia “Europa 2020” sul ruolo, i contenuti e le risorse finanziarie attribuite alla futura politica di coesione dell’UE, soprattutto a livello italiano; c) seguire da vicino il dibattito già da qualche tempo avviato, sia sul piano istituzionale che su quello strettamente scientifico , circa le prospettive che si presentano per la politica di coesione dopo il 2013 a livello europeo, anche in seguito all’eventuale riforma del bilancio e del sistema di finanziamento della UE. In tal modo si presume di poter fornire un contributo di tipo conoscitivo tutt’altro che trascurabile ai fini dell’impostazione in modo più coerente dei nuovi programmi di sviluppo che le Amministrazioni pubbliche decentrate del nostro paese dovranno predisporre per riuscire a usufruire pienamente del cofinanziamento comunitario. Il conseguimento di questi rilevanti, quanto impegnativi obiettivi implica la realizzazione di un progetto di ricerca di durata pluriennale, cioè dall’anno 2010 al 2013, articolato in 3 sottoprogetti, vale a dire uno per ciascuno degli obiettivi in precedenza stabiliti, chiaramente quanto strettamente connessi tra loro, sia dal punto di vista logico che da quello temporale: - Sottoprogetto 1: Verifica dell’attuazione in Italia della politica di coesione 2007-2013 a metà periodo e delle prospettive di successiva realizzazione; - Sottoprogetto 2: Definizione delle implicazioni derivanti dalla strategia “Europa 2020” sulla futura politica di coesione dell’UE a livello europeo; - Sottoprogetto 3: Sviluppo e principali conclusioni del dibattito scientifico ed istituzionale sulla prossima riforma della politica di coesione; 2. Soggetti coinvolti nel progetto Per la realizzazione del progetto si prevede di costituire un gruppo di lavoro nell’ambito del Centro di Documentazione e Studi sulle Comunità europee di cui il proponente è direttore pro tempore, formato da vari esperti della materia; esso dovrebbe poter usufruire della collaborazione da parte delle competenti strutture pubbliche, tra cui in particolare il Dipartimento delle Politiche per lo Sviluppo e la Coesione del Ministero dello Sviluppo Economico, mediante una tempestiva fornitura della necessaria documentazione statistico-amministrativa a livello di singole regioni. 3. Tempi previsti per la realizzazione del progetto Dal punto di vista operativo, il conseguimento degli obiettivi stabiliti e la realizzazione dei corrispondenti sottoprogetti richiedono un’articolazione temporale che può essere così illustrata: i) a.a. 2010-11: svolgimento completo del sottoprogetto a) e svolgimento parziale del sottoprogetto b); ii) a.a. 2011-12: completamento del sottoprogetto b) e svolgimento parziale del sottoprogetto c); iii) a.a. 2012-13: completamento del sottoprogetto c) e valutazione complessiva dei risultati conseguiti nell’ambito del progetto. In altre parole, il progetto complessivo ha una durata pluriennale, ma ne è prevista una scomposizione annuale in funzione dell’acquisizione dell’indispensabile documentazione circa la graduale realizzazione dei vari progetti di sviluppo. D’altro canto, il percorso così delineato sembra risultare del tutto congruo rispetto alla presumibile esigenza delle Amministrazioni pubbliche nazionali, nonché dei soggetti privati coinvolti nell’implementazione della politica di coesione, presente e futura, di acquisire e disporre con un certo anticipo temporale degli elementi informativi necessari per impostare ed attuare le procedure previste dalla normativa comunitaria per passare dall’attuale programmazione della politica di coesione della UE alla prossima, riducendo almeno parzialmente le difficoltà finora incontrate in tale passaggio evolutivo. 4. Benefici attesi I benefici che ci si potrebbe attendere dalla realizzazione del progetto svolto nell’ambito dell’attività di ricerca del CDE dell’Università di Ferrara a favore del contesto socio-economico nel quale esso pera, possono essere individuati nei seguenti: - da un lato, in una valutazione del monitoraggio particolarmente tempestiva circa il procedimento di erogazione delle spese a favore dei soggetti destinatari che verrà realizzato durante il periodo 2007-2013; - dall’altro, in una notevole ricaduta sulle Amministrazioni pubbliche interessate, sottoforma di una più elevata dotazione di risorse finanziarie che potrebbero essere attribuite al nostro paese per il prossimo periodo di programmazione, cioè dopo il 2013, grazie al previsto riparto della riserva di efficienza (e di efficacia). Progetto di ricerca per il FAR 2011 - Abstract: Progetto “Governance dei livelli di governo per un coordinamento delle misure economico-finanziarie per le PMI” In una ricerca, condotta qualche anno addietro e presentata in occasione di una Conferenza internazionale (il cui testo è stato recentemente pubblicato; cfr. Bruzzo, 2011), si è pervenuti a evidenziare vari risultati in merito ai contributi e agli incentivi finanziari erogati in Italia a favore delle PMI da parte dei competenti organismi pubblici, tra cui l’elevata numerosità delle misure assunte, senza però alcun adeguato coordinamento e talvolta anche in sovrapposizione tra loro. Infatti, nonostante il decentramento istituzionale e amministrativo conseguente alla riforma della Costituzione avvenuto dall’inizio del decennio scorso o, forse, proprio in seguito a tale riforma, i ministeri governativi operano in ambiti di competenza concorrente con le Regioni, così come gli Enti decentrati assumono iniziative non sempre riconducibili a un organico disegno programmatico come quello cui dovrebbe provvedere la Regione nella sua veste di Ente d’indirizzo, programmazione e coordinamento, quantomeno sul proprio territorio regionale. Conseguentemente, il progetto rappresenta un’ideale continuazione di quello studio, e consiste in un primo tentativo di effettuare una ricognizione delle numerose misure d’incentivazione finanziaria, adottate ai vari livelli di governo operanti nel nostro paese e destinate a ricadere su una determinata porzione del territorio regionale, attraverso anche il consolidamento per settori d’intervento delle risorse stanziate dagli enti che verranno effettivamente considerati. In altre parole, il progetto è finalizzato a verificare le modalità concrete mediante le quali pervenire ad un maggior coordinamento delle vigenti misure di politica economico-finanziaria, attivando le possibili forme di governance tra le Amministrazioni pubbliche coinvolte, a livello nazionale (ministeri), regionale (Amministrazione regionale ed eventuali sue Agenzie) e locale (Provincia e Camera di Commercio, nonché Fondazioni bancarie), all’evidente fine di migliorare l’efficacia di tali interventi, eliminando possibili duplicazioni e favorendo invece il rafforzamento dell’impatto sul territorio delle scarse risorse finanziarie disponibili, soprattutto nella fase di particolari difficoltà congiunturali che sembrano destinate a prolungarsi per molto tempo ancora. Poiché fra tali misure figurano anche quelle assunte nell’ambito della politica di coesione economica, sociale e territoriale dell’Unione europea per il periodo di programmazione 2007-2013, si verificherà la possibilità di anticipare l’attivazione già nel biennio rimanente (2012-2013), la nuova formula proposta dalla Commissione europea per il periodo 2014-2020, vale a dire il “contratto di partenariato”, sebbene la bozza di normativa recentemente diffusa preveda che quello debba essere applicato ad un livello superiore, cioè fra la stessa Commissione e i singoli Stati membri. In altre parole, si tratterebbe di replicare a livello locale l’assunzione di reciproci impegni in modo ufficiale, al di là di quanto possa avvenire sulla base di modalità informali e non ufficiali. Come campo d’indagine ci si riferirà agli incentivi destinati alle PMI in vari ambiti (dall’acquisto di macchinari all’innovazione tecnologica, ecc.), mentre come area territoriale di riferimento s’intende considerare la provincia di Ferrara, non solo al fine di potersi avvalere dell’auspicata collaborazione da parte dei competenti uffici delle Istituzioni operanti localmente, ma anche perché in tale contesto istituzionale si rinvengono concreti esempi di coordinamento attraverso l’istituzione di vari organismi (ad esempio, l’Associazione per l’Innovazione) e sedi di concertazione (ad esempio, la Consulta provinciale per l’economia e il lavoro), sia fra le stesse Amministrazioni locali sia con le varie organizzazioni rappresentative degli operatori economici privati. Le diverse misure saranno valutate in termini sia di efficacia realizzata che di potenziali futuri benefici. Riferimenti bibliografici: - Bruzzo A. (2011), “Public Policies for Italian SMEs: Instruments, Results and Current Trends”, in G. Calcagnini, I. Favaretto (eds.), The Economics of Small Business. An International Perspective, Physica-Verlag, Berlin-Heidelberg, pp. 81-100. -Mattei J. (2008) “VC Managers, Incentive Schemes and Transitioning Economies”, in International Review of Business Research Papers, vol. 4, n.1, pp. 233-248, January.
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